SPORT. Davide Boncore racconta il suo Troina in un’intervista esclusiva

Boncore si racconta, in un’intervista esclusiva per Mondocalcionews. Racconta se stesso e il suo Troina, all’esordio del campionato di serie D, girone I.
Chi è Davide Boncore?
“Ho fatto un percorso calcistico, sono stato 7 anni in Sardegna, ho lasciato la Sicilia da calciatore, ero un centrocampista, ho continuato a fare il calciatore a Sassari, alla Torres. Finita la mia carriera calcistica, in Sardegna, sono rimasto lì, con mia moglie ed i bambini avevo un bambino poi ne è nato un altro a Sassari. Ed ho continuato a fare calcio prendendo, a Nuoro, il patentino come allenatore. Ho continuato questa carriera, dove metto tanta passione, perché mi ha dato tanto, anche nel mio piccolo; con il calcio sono riuscito a fare casa, mi sono sposato e non mi è venuto a mancare nulla. Voglio continuare a crescere e penso proprio che sono arrivato in un ambiente che mi darà la possibilità di farlo”.
Mister, lei raccoglie una sfida importante un Troina da ricostruire, quali sono gli obiettivi da raggiungere?
“Io parlo solo di obiettivi giornalieri. Il primo obiettivo da raggiungere è quello di diventare squadra, una volta che diventi squadra puoi fissare degli obiettivi da raggiungere. Qui c’è una squadra che parte da zero, sotto tutti i punti di vista, e magari ci vuole tempo per diventare squadra ma sto trovando un gruppo abbastanza sveglio, coeso, che facilita questo”.
Quali sono le caratteristiche di questo nuovo Troina targato Boncore?
“L’umiltà ed il lavoro. L’umiltà e lo spirito di sacrificio, insieme alla duttilità in tutto il lavoro che facciamo, senza snaturare i ruoli dei ragazzi; e molta, molta, fame calcistica, perché questo è un motto che mi porto sempre dietro”.
Quindi i ragazzi dovranno scendere in campo affamati?
“Certo, molto, molto, molto affamati e con molto spirito di sacrificio in tutto. Al di là del risultato quello che voglio inculcare, tranquillamente, è la prestazione, quella non mi deve venire a mancare mai. In un contesto di undici che scendono in campo magari ci sono due giocatori che non sono in condizione, quella domenica, gli altri devono tirare qualcosa in più per aiutare il compagno. Quando dico che occorre diventare squadra, dico proprio questo: coesione tra di loro, rispetto tra di loro, rispetto dei ruoli, rispetto del lavoro che si fa; queste sono tutte condizioni che ti facilitano il compito, specialmente, nelle difficoltà”.
Si tratta di un Troina multietnico, con ragazzi di diversa nazionalità ed estrazione, qual è il segreto per farli stare, appunto, uniti e coesi tra di loro?
“Il rispetto tra di loro. Io in un mese che lavoriamo tutti assieme sono contento per come stanno andando le cose ed il merito è loro, perché li vedo allenare serenamente, si divertono, c’è sana competizione e questo fa ben sperare”.
La scorsa stagione per Troina è stata un esploit ed è stata scritta una pagina importante della storia calcistica di questa città, come vive il peso del passato?
“Quando sono venuto a Troina, quando mi ha chiamato il presidente per sposare questa causa, la prima cosa che mi è stata detta è stata di tenerci stretta questa categoria. Io ed i miei collaboratori abbiamo sposato tutto questo in piena sintonia. Inoltre mi reputo fortunato, perché oggigiorno dare fiducia ad un mister, apprezzato per il lavoro fatto in passato, è difficile; per questo devo ringraziare il presidente, il direttore e l’ambiente che mi hanno accolto bene”.
Che campionato sarà quest’anno per il Troina?
“Un campionato molto tosto dove ci sono grandi piazze; però, quando vedo lavorare i ragazzi serenamente giorno per giorno, non ho paura di nulla. Lavoro serenamente con un gruppo solido e la domenica il risultato sarà una conseguenza, sperando che si è lavorato bene.”
Il Troina si trova nel girone I dove è presente anche il Bari, un avversario che fa paura?
“Il Bari è una fuori serie del girone che vede, nomi come Brienza, Bollino, gente navigata nel calcio, però non sono i nomi a fare e portare il risultato è sempre l’umiltà del lavoro ed il professionismo.”
La prima giornata di campionato vede il match Troina-Acireale, come affronterete la gara?
“L’abbiamo preparata bene la partita in settimana, sono contento di avere tutti disponibili e sono contento di questo gruppo. Quando uno lavora bene durante la settimana è tranquillo per affrontare serenamente la domenica. Quello che dico e chiedo sempre ai ragazzi è la prestazione, che non mi deve mai venire a mancare. L’importante è non sbagliare la prestazione, poi il risultato sarà una conseguenza.”
Sarà un esordio casalingo, cosa vi aspettate dal popolo rossoblù?
“Già in questo mese che siamo a Troina è stato come sentirsi a casa, siamo stati accolti bene, senza pressioni. Naturalmente ci sono stati un po’di dubbi su questo percorso perché si è partiti da zero, quindi si domandano “cosa fa il Troina?”, “cosa non fa?”, però con il lavoro giornaliero e con le prestazioni cercheremo di convincere anche i più scettici.”
Cosa augura a se stesso?
“Come lavoro, di continuare a crescere. Spero di migliorarmi ogni giorno, con questi ragazzi, perché ho tanta fame calcistica, voglio andare avanti!”
Cosa sogna Davide Boncore?
“Sogno di fare un buon lavoro con questi ragazzi e giorno per giorno migliorarmi sempre più; questo sogno si è già realizzato dal primo giorno che sono arrivato qua. Perché, ripeto, oggigiorno è difficile trovare un presidente che ti da fiducia senza che ci sono introiti attorno e per questo mi reputo fortunato. Ho fatto il secondo in Lega Pro alla Torres, dove ho fatto un percorso calcistico e voglio continuare a fare questo. Nel mio percorso ricordo sempre, l’ho fatto anche il primo giorno nella partita ufficiale a Gela ai miei ragazzi, una persona che è stata con me e a cui ho avuto la fortuna di fare il secondo che è Vincenzo Cosco che aveva un motto “l’uomo che lotta non muore mai!”.

Marilena Galati

da mondocalcionews

Davide Boncore racconta il suo Troina, in un’intervista esclusiva


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