NICOSIA. Pronto il cantiere per ospitare la cuspide

Delimitata, ieri, in piazza Garibaldi, l’area di cantiere adesso si aspetta che arrivi, entro fine settimana, la cuspide della torre campanaria della cattedrale che, se tutto andrà secondo le previsioni, verrà montata fra un paio di mesi.

La cuspide arriverà in cantiere, trasportata a Caltanissetta dove si trova, smontata in quattro pezzi e quindi verrà assemblata. Una volta assemblata, avrà un’altezza di 12 metri. E quindi verranno montate le scandule colorate che la abbelliranno. Solo a quel punto, con una grossa gru, verrà collocata sulla torre campanaria.

Da un trentennio i nicosiani aspettano pazienti di rivedere, libera, la torre della cattedrale il cui restauro è stato completato ma manca il collocamento della cuspide che, nel 1962, venne danneggiata da un fulmine.

Il restauro della torre campanaria è l’ultima tappa di un intervento complessivo sulla Cattedrale che dura da oltre un decennio. Il progetto generale venne suddiviso in più stralci. Il primo stralcio fu il restauro del portico che fu consegnato, dopo essere stato smontato e rimontato non senza polemiche, a dicembre del 2005. Quindi fu recuperato il soffitto ligneo dipinto, e anche lì le polemiche la fecero da padrone, e adesso è l’ora della torre i cui lavori vennero consegnati nel 2007. Nel restauro della torre ha avuto priorità la bonifica muraria che è stata preceduta da una lunga fase diagnostica, durata 4 anni, con esami di vario genere per arrivare ad un intervento multidisciplinare che rimettesse in sesto il bene monumentale.

A rendere precarie le condizioni della torre e, di conseguenza, a rendere particolarmente delicato l’intervento di recupero è stata l’ettringite, un composto chimico che si è formato per il degrado conseguente alla presenza di solfati nelle malte, utilizzate una ventina di anni fa per un intervento di recupero che ha fortemente danneggiato il monumento. In pratica l’ettringite provocando un aumento di volume delle malte utilizzate ha lesionato e corroso, danneggiandoli in maniera irreversibile, moltissimi delle migliaia di conci di pietra con cui venne costruita la torre nelle sue tre elevazioni a partire dal periodo arabo.


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