NICOSIA. Ospedale Basilotta, un consiglio comunale all’insegna dell’unità

Il declassamento dell’ospedale di Nicosia è una questione che va affrontata in modo unitario dalla compagini politiche del consiglio comunale, dagli altri comuni del circondario e dai cittadini. All’insegna dell’unità ma anche dei dubbi e delle preoccupazioni si è svolto ieri, 15 settembre 2016, il consiglio comunale riunitosi in seduta straordinaria, presso la piazza Garibaldi, per affrontare la questione del depotenziamento dell’ospedale “Basilottta”. Tema centrale della discussione sono state le azioni da intraprendere il difesa del presidio ospedaliero. Il consiglio ha votato un documento per chiedere spiegazioni in merito al nuovo Piano sanitario regionale.

Presenti tutti i consiglieri comunali, una folta delegazione dei comuni di Capizzi, Sperlinga, Gagliano, Cerami Troina e il rappresentate provinciale di Assoconsuatori. Ad aprile il consiglio il presidente del consiglio Annarita Consentino e il Sindaco Luigi Bonelli. Dopo il riassunto dei fatti che hanno portato alla convocazione della seduta straordinaria e alla preoccupazione di un intera comunità territoriale, il primo cittadino di Nicosia ha raccontato l’incontro con alcuni vertici regionali, come il presidente delle sesta commissione all’Ars e l’assessore alla sanità Baldo Gucciardi.

Nonostante il presunto passo indietro dichiarato per mezzo della stampa dal governatore Rosario Crocetta, i dubbi e preoccupazioni sul mantenimento dell’ospedale restano forti, tanto da spingere i sindaci del circondario a dare battaglia, per quanto possibile, e vigilare con attenzione sulle vicende legate all’ospedale “Basilotta” e alla difesa di un diritto imprescindibile, quello alla salute.

Si sono susseguiti nel corso della seduta i vari interventi dei consiglieri comunali presenti. Maria Di Costa, presidente della commissione consiliare in materia di sanità, Carmela Castrogiovanni, Graziella Ttovato, Giusi Gentile, Francesco La Giglia e Filippo Giacobbe, Sigismundo Li Volsi, Santina Lo Votrico, Salvatore Vega e Luciana Spedale. Sostanzialmente gli interventi si sono concentrati sul dissenso nei confronti del declassamento e sono emersi i forti dubbi e le preoccupazioni sull’operato della Regione e dei vertici aziendali ennesi in tema di Sanità.

Non sono mancati polemiche e toni accesi, soprattutto dai consiglieri di minoranza. L’unico a presentare proposte per azioni concrete è stato il consigliere Filippo Giacobbe. Una proposta fatta di tre punti: l’immediata convocazione del comitato dei sindaci per incontrare la direzione sanitaria dell’Asp Enna 1 ed Enna 2; l’istituzione di una commissione di vigilanza permanente composta dai sindaci del circondario e presieduta dal primo cittadino di Nicosia Luigi Bonelli con lo scopo di chiedere un incontro al presidente della Regione Rosario Crocetta; l’attivazione di un presidio permanente in difesa dell’ospedale con lo scopo di sensibilizzare, in merito alla vicenda, i vertici aziendali dell’Asp e l’opinione pubblica.

Il consiglio straordinario si è concluso con la lettura da parte del presidente Annarita Consentino del documento, votato all’unanimità dai consiglieri, in cui si richiedono informazioni ed eventuali provvedimenti intrapresi in merito al nuovo Piano Sanitario. Il documento esprime tutte le preoccupazioni per un declassamento definito “schizofrenico” e chiede, entro dieci giorni dalla consegna, l’immediata interlocuzione con l’assessore regionale alla Sanità, col presidente della commissione consiliare regionale competente in materia e col presidente della Regione Rosario Crocetta, destinatari del documento stesso. Il fine è quello di conoscere i rispettivi ed effettivi intendimenti in materia di rete ospedaliera e come richiesto nella delibera del 30 giugno 2016 il mantenimento e potenziamento dell’ospedale di Nicosia.

In ultimo l’intervento di Laura Maccarrone che ha letto alla piazza Garibaldi la sua toccante lettera, in cui racconta il coraggio nell’affrontare la malattia di suo figlio e dell’importanza del “Basilotta” e dei suoi medici che gli hanno salvato la vita. La lettera, che ha fortemente scosso l’opinione pubblica, sottolinea anche la difficoltà, oltre che raggiungerli, nel trovare posti disponibili in altri ospedali in caso d’emergenza, anche quando c’è in gioco la vita di un ragazzo di 21 anni.


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