Nicosia. Motori, calcio, ippica, politica. Stefano la Motta le passioni e la morte 66 anni fa

NICOSIA. Ricorrono oggi i 66 anni dalla morte di Stefano La Motta, il barone nicosiano grande mecenate dello sport e lui stesso appassionato sportivo. A La Motta è intitolato il campo sportivo astro nascente dell’automobilismo, morto a 31 anni il primo aprile del 1951 durante la gara di apertura di stagione del campionato, non più accorpato alla Targa Florio, che ritorna a disputarsi sul circuito delle Madonie. La Motta partecipa con una Alfa Romeo 1900, la novità del momento, ed era saldamente in testa alla corsa alla quale partecipava in equipaggio con Francesco Faraco,  quando in una curva a Priolo Gargallo la vettura era uscita di strada.

Uno schianto fatale costato la vita ai due assi del volante. La Motta aveva debuttato alla cronoscalata Catania Etna al volante di una vettura di alluminio da lui ideata e creata, interamente realizzata a Palermo con meccanica Topolino rimaneggiata. E’ pilota ed organizzatore del Giro di Sicilia che in quegli anni viene riportato tra le competizioni di livello internazionale. Conquista una storica vittoria all’ottava edizione della “Palermo Montepellegrino” al volante di una Cisitalia, auto italiana che nel 1949 gli fa conquistare una lunga serie di successi dal sesto assoluto al Gran premio di Napoli, all’oro nella Sorrento Sant’Agata. Nel 1950 alla guida di una Ferrari 2000 chiude il giro di Sicilia come terzo assoluto. Stefano la Motta fu un vero mecenate dello sport perché la sua era una passione a 360 gradi.

Da presidente del Palermo calcio, nel 1948 porta la squadra in serie A., ma allo stesso momento sta lavorando a far nascere un ippodromo siciliano degno di competere con quelli internazionali e costituisce la “Società ippica Siciliana”, della quale è il maggiore azionista. È Stefano La Motta a far partire i lavori per la costruzione dell’ippodromo palermitano che non riuscì a vedere realizzato per il tragico incidente durante la gara automobilistica. La struttura nasce come “Ippodromo La Motta” ma che. inaugurato dopo la sua morte, venne battezzato “La favorita”.

Ovviamente si deve al barone Stefano La Motta di Salinella, la nascita del calcio nicosiano. Nel 1947 realizzò il primo vero campo di calcio in contrada San Giovanni e chiamò nella sua città alcuni dei giocatori del Palermo per far nascere una vera squadra di calcio della quale era presidente. In città arrivarono Fazio, Testa, Pitre’, e Nunzio Lullo divenuto in seguito, dopo la tragica morte del presidente La Motta, prima giocatore di punta e poi storico allenatore. Lullo si è spento a 86 anni lo scorso agosto. Stefano la Motta fu anche uno dei fondatori del partito autonomista siciliano e partecipò alle riunioni nelle quali si decise di far entrare nel movimento Salvatore Giuliano, che durante la latitanza si sarebbe nascosto per diversi mesi nelle campagne di Nicosia. La Motta si defilò poi dalla scena politica dedicandosi ai motori ed alle competizioni.


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