Si terrà lunedì il consiglio comunale che si occuperà di discutere della torre campanaria di San Nicolò e, in particolare, del rivestimento in plastica della cuspide. La discussione sulla vicenda, che ha scatenato accese polemiche in città, si concentrerà sulla variante al progetto del 2004, che prevedeva la cuspide come una struttura conica in legno rivestita in cotto smaltato, sostituita, in seguito, da scandule di polimero plastico dai colori sgargianti. Non è certa la presenza del direttore dei lavori l’architetto della Soprintendenza Liborio Calascibetta, del soprintendente Salvatore Gueli e dei funzionari regionali.
Nella seduta del Consiglio di lunedì dovrebbe anche essere discusso lo spostamento del cantiere, allestito a maggio, che occupa una porzione della piazza Garibaldi e dello smontaggio dell’impalcatura che ricopre la torre campanaria orami da decenni. Potrebbe anche essere affrontata e chiarita la vicenda legata al pagamento del suolo pubblico del cantiere della cuspide attivato da un’impresa privata e non dalla stessa Sovrintendenza.
L’Ufficio tecnico con un’ordinanza del 12 luglio 2016 ha provveduto a fermare il cantiere dopo la violazione della normative che prevede la richiesta di nullaosta sulle varianti sostanziali. La procura di Enna ha aperto un’inchiesta per accertare se ci sono eventuali ipotesi di reato sulla variante e se tutti gli atti prodotti dalla Sovrintendenza di Enna sono regolari e conformi. Con uno studio approfondito del progetto definitivo la procura tenterà di ricostruire diversi aspetti legati alla vicenda, che riguarderanno anche le modalità di finanziamento dell’opera e la regolarità della gara d’appalto.
Nel 2004 il progetto ottenne i pareri e le autorizzazioni dell’assessorato regionale ai Beni culturali, della Soprintendenza di Enna, dell’Ufficio tecnico comunale. Tutti gli enti coinvolti ebbero modo di confrontarsi una conferenza di servizi. All’epoca si prevedeva di ricostruire l’ultimo livello della torre campanaria, con una struttura conica in legno rivestita in cotto smaltato. La plastica era a luglio del 2015, con una variante che prevedeva l’utilizzo del poliuretano per ricoprire la cuspide, giustificata dalla necessità di non appesantire il monumento.
Il progetto originario approvato dal Comune di Nicosia, presentato dalla Curia e predisposta dall’architetto Renda era stato finanziato con 3 milioni di euro dall’assessorato regionale dei Beni culturali. Questo prevedeva non solo l’utilizzo del cotto smaltato per il rivestimento ma che venissero impiegati i preesistenti elementi dello stesso materiale, limitando il più possibile il reintegro. Infatti la Curia di Nicosia conserva alcune antiche tessere di cotto smaltato dell’antica cuspide abbattuta da un fulmine nel 1962.
Tutta la città, e a questo punto anche i magistrati di Enna, si chiede come sia stato possibile ricoprire la cuspide con la plastica e soprattutto con dei colori troppo sgargianti, sicuramente inappropriati per una chiesa romanica del 1300.
'NICOSIA. Lunedì consiglio sulla cuspide, intanto la procura indaga'
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