Nel cuore profondo della Sicilia capita di incontrare tesori semplici e sobri, lungo le vene profonde della terra. E da quei luoghi arsi dal sole e grondanti di storia emergono, di tanto in tanto, visionari e sognatori. Aldo La Ganga è fra questi: curatore del festival letterario Più libri, più liberi, più libertari, evento che quest’anno si terrà fra il 25 e il 28 maggio a Nicosia (Enna).
Chi non ha poesia nel cuore potrebbe chiedersi perché organizzare un evento del genere in un luogo così lontano dai centri metropolitani che contano, distante dai luoghi dello showbiz, dalle arterie rigide del mercato, che pulsano imbrogli e violenza.
Il motivo è semplice. Tornare in Sicilia, al sud, nel cuore della nostra civiltà per ubriacarsi di nostalgia. Per tornare al principio da cui siamo partiti. Tornare in Sicilia perché, come suggeriscono gli organizzatori «abbiamo la testa dura. Perché dai Sumeri ai nostri giorni, i libri sono il vero DNA degli esseri umani. Perché una società che legge, discute e si contamina è una società che va verso la vera libertà. Perché oggi più che mai, si sente il bisogno di mettere al servizio di quanti lo vorranno un patrimonio culturale e politico che possa dare slancio ai cittadini, al territorio ed alla qualità della vita di noi tutti, la cultura libertaria. Perché la democrazia rappresentativa, nonostante abbia vinto la sfida che le era stata mossa all’inizio del 900 dalla cultura marxista, non e’ riuscita a dimostrare di essere il sistema di organizzazione civile, sociale ed economico che possa garantire tutti. Perché sentiamo il bisogno, nonostante sia da anni bloccata e repressa dalle culture dominanti,di fare emergere e rilanciare la sfida che da tempo ha lanciato la cultura libertaria, egalitaria, partecipativa ed esaltatrice della diversità, carica di tutti quegli ideali di cui ha tanto bisogno la nostra società».
Non resta che attendere l’evento come un’epifania del desiderio. Per continuare a sperare, contro ogni speranza, con gli occhi fissi all’utopia.
Alessandro Pertosa
'NICOSIA. “Le tre giornate di Davì” Più libri, più liberi, più libertari'
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