Dopo la visita, di ieri, del sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore rimane a bocce ferme la partita per l’istituzione del Tribunale di Montagna.
Chi si aspettava promesse è rimasto deluso, ancora di più è rimasto deluso chi si aspettava soluzioni immediate.
Un intervento chiaro e senza retorica, quello di Migliore, che però ai più non è piaciuto. Perché un messaggio è arrivato chiaramente. Se il Governo centrale vuole dialogare col territorio anche nell’ottica della revisione della riforma giudiziaria del 2012, che per la Sicilia interna, questo lo sappiamo bene, ha significato la chiusura dei tribunali di Nicosia e Mistretta, l’aumento dei disagi per l’utenza e un ingolfamento dei tribunali accorpanti con conseguente rallentamento della risposta di Giustizia, il Governo farà delle scelte politiche dialogando con il territorio e con chi lo rappresenta, ma non vuole sentirsi tirare la giacchetta.
“Sono qui – ha detto Migliore – perché sono uomo di parola, avevo promesso al sindaco che sarei venuto e l’ho fatto. Ma non sono qui per farvi promesse. Questo deve essere un primo momento di verifica sul campo per capire come intervenire”. Interlocuzione aperta quindi, e questo è già un passo avanti in una terra, la nostra, che ha sentito le promesse di tanti che però sono sempre state deluse. Inutile ricordare i tanti che hanno promesso l’impossibile facendo poi scontrare questo territorio con la realtà che si è sempre rivelata ben diversa rispetto promesse.
Il Tribunale di Nicosia è stato chiuso per ragioni di spending review il 13 settembre del 2013, ma era un Tribunale efficiente. Un Tribunale in cui non si registravano prescrizioni, se non in rarissimi casi, un Tribunale in cui nel giro di 3 anni, e in molti casi anche meno, le cause venivano istruite e definite. Da tre anni per l’utenza nicosiana e per tutta quella dell’ex circondario del Tribunale di Nicosia l’efficienza e la velocità della risposta di Giustizia rimane un ricordo, un bel ricordo, del passato.
E allora la chiave di volta è proprio questa l’efficienza. Almeno così sostiene il viceministro Migliore.
“Il servizio Giustizia deve funzionare, non ho condiviso le ragioni legate al risparmio che hanno portato alla riforma giudiziaria del 2012, e credo che non bisogna fare scelte calate dall’alto per fare funzionare i presidi di Giustizia. Quello che conta è che ogni cittadino senta soddisfatto il bisogno di Giustizia. Ma se vi posso dare un consiglio non mettete sullo stesso piano la riforma delle Corti d’appello con il Tribunale di Montagna. Lo sforzo che vogliamo fare è quello di ridurre i tempi della risposta alla domanda di giustizia. Mettete da parte – ha sottolineato Migliore – il vittimismo che si toglie in alcuni dei vostri interventi. Se sarà necessario rivedere la riforma sarà fatto. Valuteremo tutte le istanze con puntualità. Ritengo necessario fare un bilancio della fase di attuazione della riforma e sono qui prima della revisione. Mi impegno a seguire con serietà le problematiche dell’efficienza per dare risposte serie a chi ce le ha poste. Prendo nota di ciò che avete detto, ma la legge la scriveremo noi. Si tratta – ha ripetuto Migliore in conclusione del suo intervento – di un primo incontro”. Un arrivederci quindi, perché il tavolo del dialogo rimane aperto e continuerà a Roma con la mediazione di Angelo Argento esponente della segreteria nazionale del Pd e componente della commissione nazionale di garanzia del partito di Renzi.
Argento ieri era presente al consiglio comunale straordinario convocato con la formula dell’urgenza per affrontare col viceministro il punto del Tribunale di montagna. Erano presenti anche le delegazioni dei Comuni di Agira, Capizzi, Cerami, Mistretta e Sperlinga, le autorità militari della città, associazioni e avvocati.
I lavori in aula si erano avviati col saluto istituzionale ed una cronistoria del tribunale di Nicosia, da parte del vice presidente del consiglio comunale di Nicosia, Gianfranco Castrogiovanni, che ha presieduto i lavori in aula. Erano seguiti quindi gli interventi del sindaco di Nicosia Luigi Bonelli, che ha ricordato le battaglie per il tribunale, e i problemi legati alla soppressione dei servizi nel territorio dove bisogna affrontare un’emergenza dietro l’altra, l’ultima il depotenziamento dell’ospedale. Quindi ha preso la parola dell’onorevole Maria Greco, deputata nazionale e sindaco di Agira, che ha auspicato un intervento che possa salvaguardare la corte d’appello di Caltanissetta, anche con la nascita di un Tribunale di montagna. Il vice sindaco di Mistretta, Vincenzo Oieni, che ha avanzato l’ipotesi della nascita di due uffici giudiziari con compiti diversi, che si completino tra di loro e che abbiano sede a Nicosia e Mistretta. Molto concreto, come sempre, l’intervento del presidente del consiglio comunale di Cerami, Augusto Mongioj, che oltre ai disagi della popolazione per la riforma giudiziaria, ha sottolineato gli scarsi risultati in termini di economicità ed efficienza. Molto breve ma soprattutto particolarmente diretto l’intervento del consigliere comunale di Nicosia Filippo Giacobbe, che ha chiesto “in cosa possiamo ancora credere e sperare”.
Sono seguiti gli interventi tecnici, dell’avvocato Salvatore Timpanaro, che ha parlato di “ostilità ottusa” del governo che attuò al riforma che ha lasciato 3.600 km quadrati senza presidi di giustizia. L’avvocato Giuseppe Agozzino, membro esterno della della commissione del Consiglio nazionale forense, ha ricordato che la strada per la salvezza della corte d’appello di Caltanissetta passa dall’istituzione del Tribunale di montagna, che garantirebbe la risposta di giustizia alle zone interne della Sicilia.
Zone interne che a maggio scorso sono state sconvolte da un agguato mafioso al presidente del Parco dei Nebrodi Antoci. “La solidarietà che è dovuta ad Antoci ma anche al sindaco di Troina non deve essere formale – ha sottolineato Migliore nel suo intervento – ma rafforzata dalla costante e maggiore attenzione alle aree interne della Sicilia”.
Insomma la partita rimane aperta, ma al momento a bocce ferme.
'NICOSIA. Interlocuzione aperta per il tribunale, ma senza certezze'
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