NICOSIA. Fermati i lavori della cuspide, riparte il dialogo

Non c’è un vero e proprio abusivismo nei lavori della cuspide della torre campanaria della cattedrale, ma una irregolarità amministrativa. Il cantiere si blocca. Si dovrà ridiscutere il progetto e questa volta a porte aperte con la presenza delle associazioni culturali della città.

Stamattina una prima lunghissima riunione, dalle 9 alle 11 e 30,  fra l’amministrazione comunale e diverse associazioni cittadine era ruotata sulla possibilità di sospendere i lavori perché sarebbe mancata l’approvazione dell’Ufficio tecnico comunale della variante che ha sostituito il materiale di rivestimento della cuspide realizzata in legno e poggiante su una struttura in acciaio.

La riunione si è accesa e animata perché non si capiva come mai in presenza di un abusivismo non si bloccassero i lavori. Era emerso subito che gli Uffici comunali, Utc e Urbanistica, erano pronti a bloccarli già da venerdì scorso, ma che l’amministrazione comunale aveva chiesto di rallentare l’iter di sospensione per “valutare” meglio la situazione.

In una successiva riunione, a porte chiuse, fra amministrazione, tecnici comunali e Soprintendenza è emerso che la variante era stata presentata al Genio civile di Enna e che il successivo nulla osta ottenuto era stato inviato dalla stessa Soprintendenza al Comune di Nicosia. Una comunicazione che al Comune non è bastata perché ritiene di dover esprimere un parere sulla variante. Lo stesso direttore dei lavori, l’architetto della Soprintendenza Liborio Calascibetta, ha comunicato che i lavori saranno sospesi già a partire da domani, (oggi sono continuati normalmente almeno fino a tutta la mattinata ndr), per consentire un dialogo e un confronto anche con le associazioni culturali della città.

A quanto pare la riunione, quella a porte chiuse, è servita a chiarire le rispettive posizioni e a far capire, finalmente, che per un intervento così importante è necessario il dialogo con la città che aspetta da decenni di rivedere libera dall’impalcatura la torre.

Da giorni le scandule, ossia le parti di copertura che sono già state collocate per più del 50%, sono al centro del dibattito cittadino per il loro colore intenso che rischierebbe di deturpare il monumento simbolo della città. Ma è stato messa in discussione anche la tecnica di montaggio delle stesse scandule, la mancanza del parafulmine che espone ad enormi rischi il bene monumentale.

Nel 2004 il progetto ottenne i pareri e le autorizzazioni dell’assessorato regionale ai Beni culturali, della Soprintendenza di Enna, dell’Ufficio tecnico comunale. Tutti gli enti coinvolti ebbero modo di confrontarsi una una conferenza di servizi. All’epoca si prevedeva di ricostruire l’ultimo livello della torre campanaria, con una struttura conica in legno rivestita in cotto smaltato. La plastica era arrivata molto dopo, la notizia è solo dello scorso inverno, con una variante, giustificata dalla necessità di non appesantire il monumento. Ma questa volta se l’assessorato regionale e il Geno civile, sono stati interpellati il Comune di Nicosia non ha espresso alcun parere. Inoltre quando si cominciò a parlare, a gennaio, delle scandule di plastica, nessuno si pose il problema tranne il Movimento per la difesa dei territori che da subito sollevò perplessità cercando, e riuscendoci solo in parte, ad avere una interlocuzione con la Soprintendenza di Enna. Fu sempre il Mdt a chiedere che venisse collocato il parafulmine, ma a quel punto diventò scomodo, come scomoda è stata la stampa che non ha nemmeno potuto raccontare fotograficamente il cantiere. Accesso negato, porte chiuse, nessuna possibilità di raccontare un lavoro pubblico che riveste un notevole interesse collettivo.


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