NICOSIA. D’Alia riaccende la speranza per il Tribunale

Il territorio lo dice da tempo ma fino ad ora la politica non ha sentito ragioni. Non la politica locale che con i suoi poveri mezzi ha potuto fare ben poco, ma la politica centrale, quella di uno Stato che ha deciso, per ragioni di spending review, di tagliare i cosiddetti “tribunalini”, tra cui Nicosia e Mistretta, senza tenere in considerazione caratteristiche territoriali anche legate alla criminalità organizzata.

Il risultato di queste soppressioni decise dall’alto è stato un aumento di disservizi legati alla Giustizia, che inevitabilmente hanno colpito duramente gli utenti, i cittadini, e che invece hanno lasciato spazi di manovra sempre più ampi alla criminalità organizzata ce riesce a muovere più liberamente in un’area, quella del centro Sicilia, caratterizzata dal deserto giudiziario.

Ma dalla notte fra il 17 e il 18 maggio forse qualcosa è cambiata. Quella notte il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, è scampato ad un agguato mafioso. È partita da quel momento una escalation di solidarietà che però da sola non basta se lo Stato continuerà a rimanere assente.

E questa volta a sostenerlo è Gianpiero D’Alia, presidente della Commissione bicamerale per le questioni regionali, che a margine dell’incontro tenuto dal ministro dell’Interno Angelino Alfano a S. Agata di Militello per esprimere solidarietà ad Antoci, ha detto: “Bisogna fare tutti gli sforzi necessari per potenziare la presenza dello Stato in questi territori nei quali le organizzazioni criminali sono storicamente radicate”.

E ha detto di più. “Visto che una fetta importante del nostro territorio, mi riferisco al triangolo compreso tra Patti, Enna e Termini Imerese, si trova sguarnito di un fondamentale presidio di legalità e di contrasto alle mafie, penso che il governo nazionale e quello regionale possano definire un accordo per ripristinare il Tribunale nei comprensori di Mistretta e Nicosia – ha spiegato l’esponente di Area popolare – così come proposto dai Comuni della zona, dagli amministratori e dagli operatori che qui vi lavorano”. Insomma l’idea del Tribunale di Montagna forse, ed è questa la speranza, potrà concretizzarsi.


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