NICOSIA. Cuspide, la parola allo strutturista Giuseppe Gaeta

Molta ignoranza circola o è circolata su questa cuspide e sulle scelte compiute dai progettisti. Dall’intervista all’architetto Giuseppe Gaeta, responsabile della progettazione strutturale ed esperto di calcoli, emerge come nonostante la scelta discutibile della plastica e del suo colore per rivestire la cuspide il tutto è stato fatto per il bene, la sicurezza e la salvaguardia del campanile. Giuseppe Gaeta ci racconta anche del duro lavoro che c’è stato dietro le quinte, degli sforzi, delle motivazione che hanno spinto a fare determinate scelte e dei lavori futuri che verranno effettuati.

Partiamo dall’operazione di stamattina di collocazione della cuspide. Le chiedo, come ha vissuto l’intera operazione? Tutto è andato secondo le previsioni?

«Il collocamento della cuspide è andato a buon fine. Le operazione che hanno portato al riposizionamento della struttura sono andate meglio di quanto previsto. Personalmente ho avuto una reazione di grande commozione al termine della procedura, in quanto ho scaricato la tensione dei giorni precedenti. Da parecchi giorni non dormo. La tensione si è scarica nel momento in cui la cuspide si è posata ed ho visto che la strumentazione trasmetteva tutti segnali positivi. Soltanto una delle quattro apparecchiature segnalava uno spostamento di un millesimo di millimetro, praticamente un niente. Posso dire ai nicosiani che è andato tutto benissimo, ripeto, meglio di quanto previsto».

Lei di cosa si è occupato nello specifico?

«Io mi sono occupato solamente della parte strutturale del campanile e della cuspide. Il mio lavoro si è basato principalmente sulla progettazione strutturale, svolgendo calcoli e verifiche. La progettazione architettonica è della direzione dei lavori e degli architetti Liborio Calascibetta e Gaetano Renda».

Quanto lavoro c’è stato dietro questa operazione in questi mesi?

«Il lavoro che c’è stato dietro è stato incredibile. Mentre l’opinione pubblica giustamente fomentava le critiche e si lamentava perché non si vedeva nessuno lavorare, in realtà, dietro le quinte noi abbiamo sudato sette camicie e abbiamo lavorato intensamente. In particolare ci siamo occupati dei calcoli che ci hanno fatto perdere del tempo in quanto alcuni conti non quadravano. La particolare struttura del campanile è molto complessa. Sono state fatte più di cento operazioni di calcolo per arrivare alla soluzione finale. Per arrivare a questa abbiamo adoperato tutte le tecniche moderne a disposizione di cui si ci può avvalere quando si fanno questo tipo di lavoro. Tutto ciò che la tecnica ci mette a disposizione noi l’abbiamo utilizzato, come prove anti sisma e su martinetti piatti. Dalla soluzione teorica siamo arrivati alla soluzione pratica che abbiamo verificato con le prove sismiche, che sono state simulate in uno stabilimento. Grazie a questo lavoro teorico -sperimentale siamo arrivati al risultato di oggi».

Lei prima ha fatto riferimento all’opinione pubblica con un’esasperazione delle critiche rivolte soprattutto al materiale e al colore del rivestimento della cuspide. Può spiegare bene ai nicosiani perché è stata fatta questo tipo di scelta? Cosa comporterà l’utilizzo del rame?

«Tutto nacque dal fatto che la struttura con le scandule in terracotta, così come era stata progettata, della cuspide sarebbe pesata oltre quaranta tonnellate. Dalle recenti verifiche effettuale sul campanile, risulta, che certamente è in buone condizioni strutturali ma non è un edificio moderno e presenta della complesse problematiche dovute soprattutto alla datazione della struttura stessa e quindi a problemi legati al peso. Non me la sono sentita di inserire altre quaranta tonnellate e appesantire ulteriormente il campanile. Personalmente ho consigliato ai progettisti di cambiare il materiale della copertura e adottarne uno più leggero, evitando qualsiasi tipo di rischio. Loro hanno optato per una copertura di plastica. Ho imposto la scelta di un materiale leggero per il bene di quest’opera architettonica di straordinario valore. Mi sento al di fuori delle critiche, perché l’importante era mantenere la leggerezza della cuspide e a prescindere dal materiale utilizzato non superare le quaranta tonnellate. Attualmente la struttura pesa 10 mila chili circa, con la copertura in rame arriverà a circa 15 mila chili. Un possibile solaio sarebbe pesato 18 tonnellate».

Verranno effettuati ulteriori lavori sulla cuspide, oltre a quelli del rivestimento?

«La cuspide adesso verrà incatenata. La base della cuspide è una struttura che irrigidisce nel piano orizzontale la torre campanaria. Quindi anziché effettuare una cerchiatura esterna, stiamo cercando di fare una specie di cerchiatura interna con la funzione di contenere i quattro lati della torre. Nella fase successiva verranno allacciate le campane, che attualmente poggiano su un solaio di cemento armato in un piano sottostante, alla struttura appena montata che è già predisposta. Liberato il solaio dalle campane, verrà tagliato, e sostituito con un solaio in acciaio e legno più leggero. Mille chili circa, contro i quindici mila del solaio attuale. Tutta la struttura beneficerà di questo ulteriore alleggerimento. Questa è l’ultima operazione sulla struttura, ciò che resta è di carattere architettonico. Questa operazione è indipendente da quella rivestimento della cuspide, e da domani partiremo con questi ulteriori lavori».


Autore -


'NICOSIA. Cuspide, la parola allo strutturista Giuseppe Gaeta'

Nessun commento per questo articolo!

Inviaci un tuo commento

il tuo indirizzo email non viene pubblicato.

Copyright© 2017 | www.94014.it Tutti i diritti riservati | Policy Privacy | Credits: All inclusive | Testata giornalistica iscritta al Tribunale di Enna al n. 3 - 11.10.2019 | Direttore Responsabile: Massimiliano Ragusa | Editore: All inclusive P. Iva 01076510864