NICOSIA. L’indagine interna disposta dall’Asp di Enna, sulla morte di un bimbo avvenuta lo scorso novembre al Punto nascita dell’ospedale Basilotta, non avrebbe accertato responsabilità o negligenze nell’operato dei sanitari che presero in cura la partoriente. La giovane donna era arrivata in ospedale con le avvisaglie di un parto imminente ed era stata sottoposta ai controlli per accertare la presenza del battito fetale. Al successivo tracciato però il battito sarebbe stato assente ed è stato deciso un cesareo d’urgenza. L’accertamento interno in questi casi è un atto conseguenziale.
Intanto è stato reso noto che la valutazione effettuata dalla Commissione regionale sul Punto nascita del Basilotta, dopo la conclusione degli accertamenti, ha avuto esito positivo.
Il Punto nascita del Basilotta opera da alcuni anni in deroga, concessa dal ministro della Salute, alla legge che ne prevede la permanenza solo per gli ospedali dove si effettuano un minimo di 500 parti all’anno.
La deroga scade adesso il 31 dicembre ma sulla scorta della relazione positiva della Commissione regionale, l’assessorato regionale può chiedere al ministero una ulteriore deroga la cui concessione è di esclusiva competenza del ministro per la Salute.
I parametri per il mantenimento di un Punto nascita sono almeno 500 parti annui, la disponibilità h.24 di ginecologi, pediatri neonatologi e ostetriche, la presenza a corto raggio di un servizio di terapia intensiva neonatale e subintensiva per le madri. Le deroghe sono previste per territori montani solo per quelli che si trovano in strutture ospedaliere che garantiscono gli standard di qualità e di sicurezza previsti dalla normativa vigente. Spetta alle Regioni avanzare le richieste di deroga per i Punti Nascita anche in ospedali che non sono I livello.
'Nicosia. Bimbo nato morto, inchiesta Asp esclude responsabilità.'
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