NICOSIA. ARREDO CATTEDRALE, PRONTI ESPOSTI ALLA CEI E AL PAPA

NICOSIA. “Fate come dico e non fate come faccio”, dice un antico detto che spesso è attribuito a Gesù, ai Vangeli, alla Bibbia, ma che in realtà, letteralmente è di Seneca. Effettivamente Matteo (23: 1-22) in quel capitolo, riferito ai capi religiosi, nel versetto 3 afferma “Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno”, ma Lucio Anneo Seneca nel “De vita beata” scrive letteralmente: “…omnes enim isti dicèbant vivendum esse non quemadmòdum ipsi vivérent, sed quemadmodum esset et ipsis vivendum”. Sono, però, i napoletani con lo splendore di una cultura popolare profonda e mai rinnegata, a rendere a questa frase un senso sagace e, insieme, profondo e molto vicino a Matteo: “Dicette ‘o prevete: fa’ chello ca dico io, ma nun fa’ chello ca facc’io”.

Quindi quanti ritengono che il Natale sia un momento di riflessione cristiana, da vivere in povertà e fraternità, lo faccia, senza cercare ispirazione nello sfarzo pacchiano e disarmonico che si contrappone, proprio nei giorni del Natale cristiano, alla povera desolazione di troppe famiglie.

Così il “nuovo arredo” dell’altare maggiore della cattedrale, con i pezzi moderni che hanno stravolto la fisionomia del luogo sacro, continua a suscitare rabbia e un gruppo di cittadini ha deciso di rivolgersi alla Cei, la conferenza dei vescovi italiani, per avere chiarimenti sull’intervento, sui fondi con i quali è stato realizzato e sul sistema di controlli sugli interventi che stravolto lo stile e la storia stessa di un luogo sacro che custodisce opere d’arte ed è un bene architettonico.

Le curie, i vescovi e le stesse Diocesi, passano, le chiese e le cattedrali restano e sono testimonianza di storia. Già anche le Diocesi passano, perché Papa Francesco ha ribadito che si attuerà la riforma con la diminuzione delle Diocesi.

L’intervento che ha suscitato rabbia scatenando una protesta generale è stato deciso dal vescovo Salvatore Muratore e dal parroco della cattedrale don Santo Paternò, con l’avallo del Consiglio pastorale e di una apposita commissione, informati che il progetto di nuovi arredi, dello studio di architettura Renda era stato scelto e commissionato. Quanti hanno cercato notizie sulle approvazioni rilasciate dalla Soprintendenza di Enna ad oggi, non hanno avuto risposte certe sull’eventuale nullaosta dell’ente di tutela a sostituire gli arredi dell’altare maggiore con quelli un stile tecno-minimal, mentre durante una messa domenicale il parroco Paternò avrebbe comunicato ai fedeli che il nuovo arredo è stato donato dal vescovo, ma questa affermazione ha scatenato ulteriori reazioni perché, in molti, hanno sottolineato che la cattedrale è un monumento nazionale, patrimonio comune, e non una casa privata.

Una vicenda che ha aggiunto benzina sulle polemiche sorte già oltre un anno fa e non ancora sopite sulla residenza dei sacerdoti anziani, una villa con mobili e infissi su misura, appositamente commissionati e costati svariate decine di migliaia di euro, alcune centinaia secondo voci insistenti. Una  villa costruita a poche decine di metri dal seminario vescovile, grande immobile che era stato ristrutturato e adeguato a residenza alberghiera per i pellegrini, con auditorium, sala convegni e ristorante, con un finanziamento di 4 miliardi di vecchie lire erogato dalla Provincia di Enna. Una serie di aspetti per i quali un gruppo di fedeli sta preparando un documento da inviare direttamente a Papa Francesco, che proprio due giorni fa nel discorso di auguri natalizi alla Curia romana, è ritornato a parlare della riforma dei dicasteri vaticani ha definito “malattia” la vanagloria, l’accumulare beni materiali, creare circoli chiusi  e gruppetti, l’esibizionismo. Quindi ha parlato dei criteri della riforma che verrà attuata,  ritornando sull’aspetto delle soppressioni, accorpamenti e fusioni, per ridare sobrietà alla Chiesa.

Papa Bergoglio nel 2014 ha dettato le linee guida per ridimensionare le Diocesi in tutta Italia e, secondo i parametri che dovranno essere valutati da una commissione appositamente nominata nel 2013 Nicosia potrebbe essere tra le diocesi soppresse, perché il primo elemento per il mantenimento di una diocesi è il bacino di popolazione che è un minimo di 90 mila abitanti. Su questo dato in tutta Italia salteranno 36 diocesi e, tra queste, Nicosia. Il documento da inviare a Papa Francesco, che si basa sull’opportunità di spendere tanti soldi in un momento nel quale le famiglie si rivolgono alla Caritas per cibo, vestiario e ormai anche bollette, perché ci sono famiglie con la luce tagliata per morosità, quindi senza acqua e senza riscaldamento, sarebbe già pronto per essere trasmesso subito dopo Natale.

Per chi fosse interessato al discorso di Papa Bergoglio:

http://www.ilfoglio.it/chiesa/2016/12/22/news/papa-curia-auguri-natale-cardinali-riforma-chiesa-cattolica-112195/

https://www.avvenire.it/multimedia/pagine/gli-auguri-del-papa-alla-curia-romana


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