NICOSIA. Ancora chiuso il Museo della Montagna

Il Museo multimediale della Montagna siciliana, inaugurato il 13 dicembre 2015, non è stato ancora aperto al pubblico. Sulla base della programmazione avrebbe dovuto aprire al pubblico la scorsa primavera. Si era detto nel mese di marzo. A gestirlo dovrebbe essere l’Azienda speciale salvo pastorale, ma manca ancora l’atto di affidamento del bene museale.

Il 13 dicembre scorso l’inaugurazione del Museo si era trasformata in una giornata di festa che nel suo allestimento nella ex caserma San Martino, realizzato dalla I.P. Motive, aveva raccolto centinaia di persone che da questo museo si aspettano il rilancio turistico del territorio. Proprio a dicembre scorso si era ipotizzato di aprire il Museo in primavera per consentirne la fruizione alle scuole e ai turisti fino all’autunno. Il Museo, infatti, per la sua ubicazione in montagna, non potrà essere fruibile in inverno quando spesso c’è la neve.

Il Museo, in più sale tutte interattive, racconta la Riserva naturale orientata Sambughetti – Campanito, istituita 15 anni fa e fiore all’occhiello dei beni naturalisti del territorio. La racconta, e la fa vivere, con pareti, pavimenti e tavoli, tutti touch screen, che permettono una interazione diretta dei visitatori, ma non mancano laboratori e sale espositive per raccontare le antiche attività produttive legate alla montagna, dalla produzione del carbone a quella del ghiaccio con la riproduzione in scala delle “grotte nivarole”. In particolare il progetto aveva come obiettivo la creazione di un museo della montagna siciliana che catalizzasse l’interesse dei visitatori sulla Riserva naturale orientata Campanito – Sambughetti e ne consentisse la fruizione virtuale a chi per motivi fisici non può raggiungere le vette.

La Riserva nell’ultimo triennio ha avuto flussi di visitatori la cui stima si attesta sui 3.500 ogni anno. Ai quali vanno aggiunti i visitatori, il cui numero non è stimabile, che raggiungono la riserva senza passare da alcun ufficio comunale o dall’Azienda speciale silvo pastorale.

Il Museo è stato l’unico dei 4 progetti finanziati nell’ambito del Pist di Enna ad essere realizzato, a tre anni dal finanziamento. Finanziato con 500 mila euro ha previsto costi progettuali, che coincidevano con la base d’asta, di 306 mila euro. A disposizione dell’amministrazione sono rimasti 194 mila euro che dovrebbero essere utilizzati per la gestione per 5 anni.

Il progetto che ha visto come beneficiario il Comune e come ente gestore l’Assp, prevede, per la gestione, diverse figure professionali. Dovrà essere occupato un direttore di centro di interpretazione ambientale, con qualifica di dirigente, due guide ambientali escursionistiche, un operatore generico, operaio forestale. La gestione, sulla base del progetto, dovrebbe essere in partnership tra il Comune, l’Assp e “un partner privato di chiara e comprovata esperienza e competenza da individuarsi mediante procedura di evidenza pubblica”. Passaggi questi che però non sono stati ancora consumati a partire dall’affidamento per la gestione all’Assp, che solo dopo potrà provvedere a reclutare il personale di cui al momento non dispone. Reclutato il personale e organizzati gli orari ci si potrà organizzare per aprire questo gioiello tecnologico, realizzato con soldi pubblici, che continua a rimanere chiuso non sa si sa bene per quale ragione. Sicuramente c’è un intoppo burocratico ma al momento nessuno vuole esporsi dicendo quale sia.


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