Il Sindaco, considerato che la Fiera di “Sant’Antonio” per la sua conformazione, disposizione ed ubicazione non consentirebbe il rispetto delle indicazioni contenute nel DPCM del 17 maggio 2020 e nell’Ordinanza del Presidente della Regione Siciliana n. 21 del 17 maggio 2020, che prevedono, in particolare, l’adozione di misure organizzative tali da consentire la delimitazione dei varchi di accesso e di uscita, i percorsi, la garanzia del contingentamento degli ingressi, il distanziamento interpersonale, il divieto degli assembramenti e la misurazione della temperatura corporea agli utenti al momento dell’ingresso con impedimento dell’accesso nel caso in cui la stessa dovesse risultare pari o superiore a 37,5°C, con propria ordinanza n. 26 del 08/06/2020 ha annullato lo svolgimento della Fiera di “Sant’Antonio” prevista per i giorni 11, 12 e 13 giugno 2020
La tradizionale fiera in onore di Sant’ Antonino da Padova è stata soffocata dal Covid-19 e dall’incapacità di gestire una nuova normalità.
Le bancarelle disposte lungo il Corso Umberto avrebbero di certo vivacizzato la passeggiata paesana. La passeggiata generalmente spostata all’Outlet o nel triangolo della movida, al limitare della parte nord, penalizza pesantemente i bar della zona storica, che dalla fiera di Sant’Antonino hanno sempre tratto giovamento. Realizzare la fiera nella zona del mercato avrebbe comunque offerto un diversivo e un pretesto per mangiare un gelato, una pizza o banalmente per uscire di casa, dopo un lungo e difficile isolamento. Nel corso degli anni la fiera ha mutato il suo aspetto: spariti i venditori di terraglie e ferramenta, rimangono i mercanti di “bummula” e “quartara” e permane l’usanza del mercanteggiare per avere uno sconticino ulteriore dal “firaro” paziente e pronto a “babbiare” con la signora sempre signorina, a suo dire. Mancheranno le voci e mancheranno i bimbi con lo zucchero filato e il palloncino, mancheranno i tavolinetti dei bar “cummigliati” di calia e “miricanella”, mancherà il “turrunaru” e mancherà il pane benedetto distribuito alla fine della messa, prima della processione e mancheranno le candide tovaglie e l’inebriante odore dei gigli e l’antica giaculatoria: ”sant’ Antuninu munacheddu finu, ‘n brazza tiniti a Gesù bamminu, tridici razii faciti di continuu…facitini una a mia, sant’ Antuninu!”.
Gabriella Grasso
'LEONFORTE. Annullata la fiera di san antonio 2020'
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