Tutto è lecito anche bruciare la terra dei propri figli

Disperazione, sconforto e impotenza. Sono solo alcune delle sensazioni provate da tutti noi, provocate dalle notizie del primo pomeriggio, e dalla visione delle fiamme che hanno messo in ginocchio il territorio di Nicosia. Contrastanti stati d’animo pervadono tutti alla visione delle alte colonne di fumo visibili dalla città. Il rombo degli elicotteri e dei canadair, l’allarme delle sirene, il suono leggero del vento che alimenta le fiamme hanno fatto da sottofondo alla calda e interminabile giornata di ieri.

La natura distrutta dalla mano dei suoi stessi figli, il fuoco che brucia tutta la nostra ricchezza, tutta la grandezza del nostro patrimonio naturalistico e paesaggistico. La disperazione di chi ha perso qualcosa accompagnata dalle lacrime di chi ha visto andare in fumo il fattore della propria sussistenza, tutto ciò per cui si è lavorato una vita.

Noi esseri umani non abbiamo la stessa forza della natura. La cenere in cui sono state ridotte le nostre riserve, i nostri boschi, i nostri pascoli è solo qualcosa di temporaneo. La natura è forte, e da quella cenere verrà fuori un filo d’erba più verde, l’albero bruciato rifiorirà più rigoglioso di prima. Il grigio, il nero e la devastazione dei colori che pervadono il paesaggio scomparirà tra qualche mese, perché l’imperturbabile natura non lascia indietro se stessa e si rialza come se niente, neanche l’atroce potenza del fuoco potesse scalfirla.

Purtroppo noi uomini non possediamo questa forza, non abbiamo la stessa imperturbabilità, non riusciamo a rialzarci con lo stesso slancio. In questo incendio sono andati in fumo insieme ai capannoni, ai casolari, ad alcune abitazioni, ai pascoli e a tanti beni inghiottiti dal fuoco, la serenità che concedono questi beni, la sussistenza che fornisce la terra, l’aspettativa di trascorrere un’estate senza la puzza del fumo, i sogni e la speranza di vivere in terra non impregnata dall’ingiustizia, dal malaffare, dalla convenienza che tutto è lecito se porta vantaggio personale, anche bruciare la terra dei propri figli.

La rabbia delle persone e le lacrime di ieri non bastano e mai basteranno a fermare le fiamme, la mano di questi criminali e il piano generale che devasta e manda in fumo la bellezza della Sicilia ogni anno. Perché non può essere l’iniziativa di singole persone, non può essere solo l’ignoranza e la mancanza di lavoro, non può essere sempre e solo un caso di qualche pazzo piromane. Dietro c’è un disegno più grande coperto dal fumo del fuoco siciliano visibile dalla nostre case, visibile anche dai satelliti.

Un plauso va agli eroi che combattono le fiamme per tutta la notte. Un plauso va a tutti noi che ci indigniamo, ci incazziamo, e denunciamo come in queste ore su Facebook, che è solo sfogo di prendere il computer ed esprime tutta la nostra rabbia. Ma il più grande plauso, ma soprattutto il sostegno, va a chi ieri ha perso qualcosa di importante a chi fa la conta dei danni. Se esiste una giustizia divina, i criminali di ieri saranno puniti veramente e mandati nello stesso inferno che hanno provocato.

La giustizia terrena non basta, e molto spesso non trova i veri colpevoli. Chi vive in Sicilia questo lo sa bene, e la forza di rialzarsi, anche se non con la stessa potenza della natura, la si trova solo dentro se stessi.


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