IN ONORE DEL BUON ANIMO NICOSIANO

In questi giorni a Nicosia è avvenuto un piccolo fatto che, nell’ottica di un’informazione tutta votata al dolore e al “sangue”, non dovrebbe trovare spazio all’interno di un giornale. Ma questo piccolo evento merita la nostra attenzione perché, oltre a essere una storia a lieto fine, dimostra come nel mondo esiste ancora quello spirito di bontà e fratellanza in cui ci si aiuta a vicenda anche nei momenti di difficoltà. E Nicosia non è scevra da questo nobilissimo sentimento, quindi perché non dare atto, ogni tanto, al buon animo Nicosiano? Veniamo ai fatti. Venerdì 13 scorso (eh vabbè una data che è tutto un programma) il protagonista della nostra storia che vuole rimanere anonimo ma ci ha raccontato tutto, stava tornando a casa con la sua bicicletta. Era sera e alla rotonda delle Crociate, forse perché la strada era un po’ scivolosa, forse perché la frenata è stata un po’ troppo brusca, il nostro amico cade prendendo una bella botta soprattutto a spalle e ginocchia (la testa, fortunatamente, è praticamente illesa). Subito cerca di rialzarsi ma ha già vicino a sé due signori che tempestivamente con spirito di abnegazione si sono fermati per dargli una mano. Si trattava del conducente della macchina che lo precedeva e del conducente della macchina che aveva imboccato un’uscita della rotonda ma si era accorto del fatto. L’aiuto stava non solo nell’aiutarlo a rimettersi in piedi ma anche nel tranquillizzare il ragazzo, offrendosi di condurlo all’ospedale o comunque a bere anche un semplice bicchiere d’acqua. Il ragazzo ha cortesemente rifiutato, anche perché si sentiva abbastanza “bene” nonostante qualche “ammaccatura” e soprattutto perché era prossimo nell’arrivare a casa. Convinti quindi i suoi gentili soccorritori (che comunque fino all’ultimo non hanno demorso offrendosi di condurre il ragazzo fino a casa), riprende la bicicletta e arriva a casa sano e salvo. Fortunatamente non è successo nulla di grave a seguito di questo capitombolo e il nostro amico sta semplicemente scontando un po’ di dolori dovuti alla botta presa. Però teneva a ringraziare, attraverso questo giornale, chi lo aveva soccorso. Di queste due persone non conosce il nome e ancor di più non ricorda il volto (sotto shock vi era davvero, ma chi non lo sarebbe stato?) però ricorda sempre la gentilezza garbata e la volontà di mettersi subito a disposizione per assicurarsi che nulla di grave fosse successo. Noi, appresa questa notizia, se da una parte auguriamo pronta ripresa a questo ragazzo, da un’altra parte prendiamo questa storia come motivo di orgoglio nel pensare come tre persone sconosciute si si sono riunite nello spirito della fratellanza affinché due di queste prestassero soccorso al terzo. Una storia bella che ci fa dire: nonostante falsi buonismi, ultracattolici che invadono le chiese e fregano il prossimo, l’ipocrisia, il clientelismo, il perbenismo interessato, la diplomazia del nulla, l’invidia e il parassitismo, in questo mondo c’è ancora la speranza di un qualcosa migliore, un futuro prossimo in cui ognuno è pronto a soccorrere il prossimo senza pregiudizio alcuno ma proprio perché è giusto fare così. E Nicosia, quindi, merita di essere oggi protagonista di questo articolo perché i bei gesti, quelli semplici, possono cambiare il mondo in meglio.

Alain Calò


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