In un paese lontano lontano, anzi no, in uno Stato disperso nei meandri dello spazio e del tempo, c’era una volta, o forse c’è ancora, un amorfo orso bipede pachidermico più largo che alto, occhialuto e dal grande acume. Intelligentissimo, tanto da aver completato le scuole elementari a 50 anni (meglio tardi che mai, dice la popolar sapienza).
Il nostro sapientissimo intelligente pachidermico orso bipede amorfo dello stato lontano lontano un dì decise di mettersi a scrivere. Voleva far il gran scrittore, vincere il Nobel, l’Ignobel, il Campiello e lo Strega, quest’ultimo a ben fare il paio con la “Strega” reale, o meglio botticina piccina picciò della moglie, befana spacciata per volto angelico, ma nella realtà l’angelo è caduto sfracellandosi al suolo.
Il gran scrittore predicava la libertà, predicava l’onestà, ma dove stan non lo sa. Perché il libero scrittore non disdegnava la mancetta dal detentore del potere per poter come can scodinzolare e slinguazzar il potente deretano che il contentin gli faceva cader dalla mano.
L’onesto scrittor, che non sapeva mettere due parole di fila, per far qualcosa di sensato da tutti quanti scopiazzava. Scopiazzando di qua, scopiazzando di là, il gioco è fatto. Lo scrittore è nato, cresciuto e pasciuto.
E guai a metter in dubbio le doti del moderno Water (di Vate ce n’è solo uno). Altrimenti gogna mediatica, bile rossa, nera, verde e gialla. Il gran scrittore, il Wafer della letteratura (t e f cambiano a piacimento), ogni volta che si sentiva sminuito perché in castagna con la man nella marmellata a scopiazzar qua e scopiazzar là qualcun lo coglieva, diventava come la bandiera d’Italia. Rosso di Rabbia, Verde di Collera, Bianco per nasconder la vergogna.
E al posto di chieder scusa del fatal errore, per tutti v’era mazzata. Perché sol lui, il Water Wafer, era il meglio che in giro c’è. Guai a pensar che in realtà è pover prezzolato. Guai a pensar che è pover disgraziato. Guai a pensar che è pover smidollato, che campa sol di luce riflessa dal potente di turno. Che tanto, morto un papa se ne fa un altro, slinguazzare a destra è come slinguazzare a sinistra.
Ben lo sa la befana, la piccina picciò compagna che è la ver pupara di tutta la baracca. In pugno tiene il Water, nell’altra la mancetta per l’amante perché ci vuol coraggio anche a vederla una di quelle. La pupara mandava avanti il Water a raccogliere la grana, minacciando a destra e a manca e offrendosi alla vogliosa clientela del potere come fan quelle di un’allegra canzone del tempo che fu.
Che famiglia! Che unione! Ma, chiusa la porta di casa, il Water Wafer e la befana pupara non hanno una vita, non hanno un amore, non hanno nessuno che li chiami per amicizia.
Una vita vuota spacciata per vita vissuta con schiena retta, ma che in realtà l’unica cosa retta è la mano tesa a destra e a manca a ricever la paghetta.
Alain Calò
'IL PREZZOLATO DELLO STATO LIBERO DI BANANAS'
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