Il Patentino

C’era una volta, o forse c’è ancora (speriamo di no), in un paesino lontano lontano, un signore un po’ strano: una massa informe ambulante che girava con la macchina fotografica in mano: scattava foto, poi pubblicava, scriveva due cose, spesso scopiazzate a destra e a manca e spudoratamente passate per proprie (anche i refusi), e così vantava di essere il numero uno mentre gli altri eran nessuno.
Un giorno, in piazza, c’era un ragazzo alto, bello, che amava la cultura e di cultura si nutriva. Aveva con sé un taccuino e un cellulare e a un passante, un po’ mezzo tonto a dir la verità, gli chiese di scattargli una foto accanto a un monumento per poi scriverne qualcosa sul web. Alchè, arrivando in piazza l’informe signore numero uno quando gli altri son nessuno, e vedendo la scena di qualcun altro che “rubava” la sua competenza, cambiando il volto con cinquanta sfumature di rosso prima e poi cinquanta sfumature di nero, si mise ad urlare: “Sacrilegio! Ma come vi permettete!”
Il ragazzo, vedendo questo signore urlare, si girò con delicatezza: “mi scusi, desidera?”
“Desidero? Truffaldino che non sei altro! Ma come ti permetti!”
“A fare cosa?”
“A fare cosa? A fare una foto? Qui solo io posso farlo perché ho il patentino riconosciuto! Tu non sei nessuno!”
Alchè uscì un foglio stropicciato di chiara matrice uzbeka in cui era scritto “licenza di fotografare e scrivere”
“Ci vuole il titolo!” esclamò fiero l’amorfo rivolgendosi al passante tonto “restituiscigli la macchina fotografica e ringraziate che non vi denuncio!”
Il passante tonto, spaventato da cotanta arrogante saccenza, subito consegnò al ragazzo la macchina fotografica. Il pover ragazzo, inebetito, vide l’amorfo sorridere compiaciuto mentre ancora manteneva le cinquanta sfumature di nero. Per caso si trovò a passare il Sindaco di quel paesino.
“Ah, che bel ragazzo che abbiamo qui” – disse – “ha una macchina fotografica per immortalare questo bel paese?”
“Sì” – rispose il ragazzo – “ma il signore qui dice che ci vuole il patentino per fotografare”
“Ma lo lasci stare” rispose l’Amministratore, “anzi guardi”.
E così dicendo uscì dalla tasca qualche spicciolo e lo diede all’informe
“Tieni, vatti a comprare il pane”.
Il ragazzo, sempre più inebetito, vide l’informe allontanarsi e sparire. Il Sindaco gli fece la foto e, salutando il ragazzo, gli dice “ci scusi per l’inconveniente, ma avrà capito il soggetto”
Eh già. Due pesi e due misure col passante tonto e col Sindaco. L’arroganza verso i piccoli e lo scodinzolio verso il denaro (che non importa da chi proviene, purchè provenga). E poi il patentino, certificato non di competenza, ma del vuoto di certuni che della vita hanno deciso di farne solo barzelletta pensando di farne opera d’arte.


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