#FaceToFace con Calogero Lociuro, presidente ANPAS di Nicosia. Volontariato, solidarietà e trasparenza da parte di tutte le associazioni nella gestione dell’emergenza Coronavirus.

Il Coronavirus, come abbiamo sempre detto e come diremo sempre, ha sconvolto le nostre vite. Ma, come un setaccio gigantesco, ha diviso e messo a nudo le nostre forze e le nostre debolezze. Ha mostrato la nostra dignità di essere umani e anche le nostre paure (proprio perché siamo esseri umani). Ci ha mostrati nudi nei nostri limiti e ci ha fatto tremare dinnanzi a questa nudità. Le reazioni sono state, naturalmente, tra le più disparate e sarebbe un’opera titanica creare una casistica di tutte le reazioni registrate anche nella sola Nicosia. Ma siam certi che qualunque casistica restituirebbe, quasi come uno spettro elettromagnetico, una zona di massima dignità e nobiltà d’animo e all’antipode una zona d’ombra dell’animo con al centro tante gradazioni che dal primo passano piano piano al secondo. Abbiamo deciso di indagare la parte più bella di questo spettro e di rendere anche merito al volontariato disinteressato e al nobile spirito di cittadini nicosiani che si sono letteralmente “sbracciati” per poter dare una mano. Tra tutti, come esempio paradigmatico, abbiamo deciso di incontrare Calogero Lociuro, Presidente Anpas di Nicosia, che ci ha coinvolti nella seguente chiacchierata.

Mi si permetta, innanzitutto, una domanda un po’ “banale”. Ma forse è importante dare peso a ciò che a primo acchito può sembrare banale e che, in fin dei conti, non lo è. Perché questo spirito di solidarietà? Ovviamente la Vostra associazione è deputata alla solidarietà e al volontariato. Ma mentre lo è l’associazione, può non esserlo nei cittadini che liberamente scelgono o meno di aderire a questo Vostro progetto. Che cosa vi spinge nella strada del volontariato?

Il perché di questo spirito di solidarietà. Non c’è un perché, è una cosa che hai dentro, che è maturata negli anni del mio lavoro passato. Ho spesso operato in situazioni di emergenze. Aiutare le persone ti fa sentire meglio con il prossimo. Un’esperienza tra tutte quelle da ricordare è stata la settimana trascorsa a L’Aquila in occasione del terremoto. Uno dei compiti principale della mia associazione e questo, sentimento che condividiamo tutti .

Da un lato il volontariato “genuino”, dall’altro lato la, chiamiamola, “ingenuità”. La parola che ha caratterizzato le prime fasi di questa emergenza è stata “tinghitè”. Quale giudizio, essendo stati voi l’esempio più alto in risposta a ciò, vuol condividere con noi in merito a questa parola e a ciò che essa comporta?

Anche nella poco felice frase tinghite’ c’è una voglia di aiutare gli altri. Certo, il contesto in cui è stata detta e la carica politica rivestita da chi l’ha pronunciata ha assunto un altro significato.

Il vero amico si vede nel momento del bisogno. Dall’altro lato, è proprio nel momento del bisogno che si vede chi abbiamo di fronte. Come ha risposto, secondo Lei, Nicosia e i Nicosiani a questa emergenza? C’è stata più disperazione o più speranza in chi avete incontrato?

La risposta di Nicosia e Villadoro, e della loro cittadinanza, è stata eccezionale. Abbiamo avuto difronte tanti cittadini dignitosi e senza nessun segno di disperazione. Anzi hanno percepito quanto è stato fatto dai loro concittadini.

Giustamente, accogliendo anche il Suo invito, questa stagione di solidarietà trova il Suo culmine massimo in una operazione “trasparenza”. Perché sovente anche nelle belle cose si cerca di trovare il marcio. Vuole darci dei numeri concreti su ciò che si è fatto? Numeri anche sulle entrate e sulle uscite?

Il nostro obbiettivo nel momento in cui ci siamo adoperati a tale servizio, è stato quello della trasparenza, tanto è vero che ai cittadini si faceva scegliere i generi di prima necessità che servivano al loro fabbisogno. Anche il nostro chiedere il carico familiare era fatto proprio per consentire alle persone di poter prendere la giusta quantità. Obbiettivo che ci ha fatto raggiungere quante più famiglie o persone, e che è stato raggiunto anche grazie al passa parola.

Domanda cattiva (o buona in base anche alla risposta): Vi siete sentiti lasciati soli o Nicosia e i Nicosiani, a prescindere dall’appartenenza o meno alla Vostra Associazione, Vi hanno dato una mano?

No come detto in precedenza Nicosia ed anche la Frazione di Villadoro hanno dato il loro contributo. Prima di rispondere alla sua ultima domanda voglio fare dei dovuti ringraziamenti. Il primo a tutte le associazioni che hanno svolto il lavoro. Croce Rossa, Avuls, Caritas Diocesana e interparrocchiali, Agesci 1 e 4, Movimento dei territori ed infine Anpas PA Protezione civile, tutte le attività commerciali presenti a Nicosia è Villadoro, i cittadini che hanno contribuito in maniera anonima con dei soldi, l’amministrazione comunale ed il consiglio, che ci hanno supportati, senza mai intromettersi nella distribuzione, le forze di polizia e per ultimo e non ultimo sua eccellenza il vescovo di Nicosia che con i suoi saggi consigli, mi hanno permesso di affrontare il compito, nella maniera in cui l’ho fatto.

Un’ultima domanda, quasi a riassunto di tutto: che cosa Vi ha lasciato questa esperienza?

Posso parlare a nome mio, ma penso anche degli altri. Questa esperienza ci ha fatto capire come tutto quello che sembrava avere una sua logica, in un attimo non è stato così.

Ringraziamo il Presidente Lociuro per il tempo dedicatoci e ovviamente restiamo sempre a disposizione per chiunque voglia esprimere la propria opinione in merito.

Alain Calò


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