Etna: l’ombra dell’imprevedibile

“L’unica certezza è che sicuramente, ancora una volta, questo vulcano ci sorprenderà”

“Dopo esserci quasi abituati alle spettacolari scene degli ultimi due anni, l’Etna ha ricominciato a sorprenderci”. Così Giorgio Costa, studente di scienze geofisiche, laureato in scienze geologiche e guida naturalistica FES, esordisce descrivendo l’attuale situazione generatasi sul più alto vulcano dell’area euroasiatica.

Cos’è cambiato rispetto alle precedenti attività?

“Tra il 2020 ed il 2022 – riassume Giorgio – si sono verificate circa 60 brevi attività episodiche (note come eruzioni parossistiche), molte delle quali caratterizzate dalla formazione di alte fontane di lava ed imponenti colonne eruttive. Il protagonista indiscusso di queste eruzioni è stato il Cratere Sud-Est, il più giovane ed ormai il più attivo tra i quattro crateri sommitali che dominano la vetta dell’Etna.
Tuttavia, dopo circa tre mesi di quiete dall’ultimo episodio parossistico avvenuto il 21 febbraio scorso, il Cratere di Sud-Est si è nuovamente risvegliato, questa volta in un modo decisamente più pacato, ma più duraturo.
A partire dal 12 maggio infatti, ha avuto inizio una nuova eruzione che tra alti e bassi ormai prosegue da circa un mese.”

E adesso invece, cosa è successo? E cosa dobbiamo aspettarci?

“L’attuale attività è ben diversa dalle precedenti. Per avere un quadro più chiaro, possiamo suddividerla in tre fasi principali: la prima fase è stata caratterizzata dall’attivazione di una bocca eruttiva localizzata in corrispondenza dell’orlo settentrionale del Cratere di Sud-Est e dalla formazione di un primo campo di fratturazione confinato sul fianco nord-orientale dello stesso cono, a circa 3000m di quota, che ha dato vita nell’arco dei giorni successivi, alla produzione di modeste colate di lava che hanno percorso poche centinaia di metri all’interno della desertica Valle del Bove. Contestualmente, questo fenomeno è stato accompagnato da una lenta intensificazione dell’attività esplosiva prodotta dalla sommità del Cratere di Sud-Est, con l’alternanza di vivaci esplosioni stromboliane e di modesti pennacchi di cenere sospinti dai venti in quota.
Tale fenomenologia è sostanzialmente proseguita con numerose fluttuazioni fino al 29 maggio, per poi cessare del tutto e dare inizio ad una seconda fase, caratterizzata dall’apertura di un nuovo campo di fratture, questa volta localizzate tra la base del Cratere di Sud-Est e l’alta parete della Valle del Bove, ad una quota compresa tra 2900 e 2650 m s.l.m. circa: è così iniziata l’alimentazione di due nuove colate, stavolta leggermente più consistenti delle precedenti, i cui fronti più avanzati nel corso dei giorni successivi hanno raggiunto il fondo della valle, attestandosi ad una quota di circa 1950 m. Occasionalmente si è ripresentata anche una modesta attività esplosiva dalla sommità del Sud-Est.
Una terza fase ha avuto inizio a partire dal pomeriggio del 7 giugno, quando le fratture si sono ulteriormente propagate verso il basso, fino ad una quota di circa 1980 m, sempre all’interno della desertica Valle del Bove: una nuova colata, decisamente più modesta delle precedenti, ha iniziato a fuoriuscire per qualche ora prima di raffreddarsi già del tutto.
Infine, una nuova bocca effusiva localizzata poco più a valle della precedente, si è successivamente aperta nel pomeriggio dell’11 giugno ed ha prodotto un nuovo flusso lavico poco più alimentato del precedente, che ha iniziato a scorrere arrivando ad una quota di circa 1750 m, incendiando degli isolati alberi di ginestra.
Dalle prime ore del 13 giugno, è totalmente cessata l’attività effusiva dalle bocche situate alla base del Cratere di Sud-Est, mentre è proseguita in modo progressivamente più debole, l’alimentazione della piccola colata all’interno della Valle del Bove.
Ad oggi, 19 giugno, l’eruzione risulta apparentemente terminata.
Staremo adesso a vedere quali mosse starà architettando l’Etna per l’immediato futuro: impossibile fare previsioni al momento. L’unica certezza che però abbiamo è che sicuramente, ancora una volta, questo vulcano ci sorprenderà.”

Articolo realizzato grazie alla preziosa collaborazione di Giorgio Costa:
https://instagram.com/giorgiocosta_98?igshid=YmMyMTA2M2Y=

Link video https://we.tl/t-Sluf1pQ8AN

Andrea Misuraca @sicilylandscapes


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