ENNA. Operazione “Persefone”, i particolari del recupero dei reperti archeologici

Ieri, gli uomini della Squadra mobile ennese, guidati da vicequestore aggiunto Gabriele Presti, hanno sequestrato numerosi reperti archeologici di inestimabile valore, rinvenuti nella illecita disponibilità di C.G., classe 1960, originario di Piazza Armerina, ma residente ad Enna, già gravato di pregiudizi di polizia.

Nel corso della perquisizione della casa dell’uomo, a Pergusa, che era scattata per controllare se deteneva armi, all’interno di un locale adibito a ripostiglio, la polizia ha trovato diversi reperti archeologici conservati in diverse scatole di cartone, cassette di plastica ed in una cassapanca di legno, avvolti con dei fogli di giornale.

Per procedere ad una elencazione completa e alla catalogazione dell’ingente quantità di oggetti rinvenuti è stata interessata la Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Enna, che ha coadiuvato gli investigatori nella repertazione del materiale.

“Gli oggetti, per lo più anfore, unguentari, lucerne, monete, terracotte figurate e votive e pesi per telai – spiegano dalla Questura di Enna – sono verosimilmente riconducibili ad insediamenti abitativi o necropoli di siti indigeni ellenizzati, presenti nel territorio ennese e, in genere, numerosi nella Sicilia centro meridionale.
I beni archeologici possono essere collocati nell’arco temporale compreso tra il V ed il II secolo a.C. e per alcuni reperti, la presenza di segni di incrostazione salina sulla superficie fa ipotizzare che possano ritenersi recuperi subacquei. Fra gli oggetti sequestrati, figurano pregevoli esempi di ceramica, sia indigena, che proveniente da altri centri ellenici, prevalentemente della Magna Grecia”.

“Ultimati gli adempimenti di rito, di concerto con la Procura della Repubblica di Enna, nella persona del sostituto procuratore Giovanni Romano, che assumeva immediatamente la direzione delle indagini -continuano dalla questura di Enna – l’uomo veniva deferito in stato di libertà, per il reato di ricettazione, mentre gli oggetti di interesse archeologico venivano affidati alla Soprintendenza ai beni culturali di Enna, che ha collaborato con l’Ufficio investigativo della Polizia di Stato”.

Alle 9 e 30, di oggi, si è tenuta, presso l’auditorium Falcone e Borsellino del Palazzo di giustizia di Enna, una conferenza stampa, alla presenza del Procuratore Massimo Palmeri, del Questore Enrico De Simone, del Soprintendente di Enna Salvatore Gueli e della dirigente del settore archeologia Pinuccia Marchese.


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