AUTONOMIA SICILIANA. Dalla farsa alla tragedia, ultimo atto

70° AUTONOMIA SICILIANA
15 Maggio 1946 – 15 Maggio 2016
Il Governo italiano rompe il Patto Costituzionale con la Sicilia

Lo Statuto speciale siciliano ha sempre significato, per chi ne è a conoscenza, la opportunità per noi siciliani di accorciare, se non eliminare, quel divario Nord-Sud che ci ha visti relegati in fondo al sacco di una Italia ancora oggi alla ricerca di una propria identità unitaria. Pattuito con il Governo provvisorio di Umberto II di Savoia nel lontano 15 Maggio 1946 dopo sanguinose lotte separatiste e ancor prima del referendum Monarchia-Repubblica, quello Statuto, fu convertito in legge costituzionale il 26 Febbraio 1948, secondo il disposto dell’art.116 della Costituzione italiana.

La Sicilia non ottenne l’indipendenza richiesta dai gruppi separatisti di Finocchiaro Aprile e pretesa dall’Evis, (Esercito volontario per l’indipendenza della Sicilia), di Antonio Canepa, Salvatore Giuliano e Concetto Gallo, ma fu pattuita un’Autonomia, la cui specialità differiva in assoluto dalle altre regioni italiane, (Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige), alle quali fu concessa successivamente dalla Repubblica Italiana e per ben altri motivi politici.

Quasi Stato in uno Stato, alla Sicilia venne riconosciuto un Parlamento, una potestà legislativa esclusiva espressamente regolata dallo Statuto al Titolo II, Sezione I, art. 11-12-13-14-15, e nei limiti dei principi ed interessi generali cui si informava la legislazione dello Stato, art. 16-17-18-19.

Questa nostra Autonomia speciale, ben presto ritenuta come un’offesa all’unità nazionale, venne svuotata con piccoli colpi di mano di tutti i suoi significati. Resa in gran parte inapplicabile, (non furono mai scritte le norme attuative), e ritorcendosi negativamente sull’amministrazione della cosa pubblica, alla lunga, si è rivelata una ignominiosa trappola per il nostro popolo. La soppressione dell’Alta Corte che doveva vigilare sulle leggi emanate dalla Sicilia e su quelle emanate dallo Stato di Roma a tutela dei reciproci interessi, la successiva nomina del Commissario dello Stato a unico censore delle leggi promulgate dalla Regione siciliana, sono fatti sintomatici del dispregio dimostrato dall’Italia nei riguardi dello Statuto siciliano, della Costituzione Italiana, della Legge e della Democrazia.

L’ultimo atto di questa nostra fantomatica falsa autonomia speciale sembra ora concludersi con la rimozione definitiva della figura del Commissario dello Stato – con il preteso adeguamento delle leggi regionali a quelle nazionali – con la creazione di tre città metropolitane e nove Liberi consorzi comunali, forse anche dieci, o ancor peggio soltanto sei, con le zone interne dilaniate e assorbite dalle città metropolitane, al posto delle nove province soppresse – e – per non finire – con un referendum sulle trivellazioni fatto abortire perché si potesse continuare a lucrare sulle risorse inalienabili della Sicilia.

Ora, il Governo nazionale, in questo momento particolare di smarrimento politico economico globale, si arroga il diritto di riformare la Costituzione Italiana sottacendo o non tenendo conto che una riforma così sostanziale deve essere posta in atto non soltanto dall’Italia ma da tutti gli Stati appartenenti alla Comunità Europea, nessuno escluso.

Per il bene comune europeo, che non può e non deve essere soltanto economico, bensì anche politico, l’Unione, pretende dagli stati membri la rinuncia a gran parte della loro sovranità nazionale. L’Europa, emana regolamenti che prevalgono sulla legislazione esclusiva degli Stati. Comunità Europea, Stato membro e Regione costituiscono la struttura portante di un programma che, nel rispetto delle identità culturali e statutarie, rende possibile a tutti di partecipare pienamente e democraticamente al processo di europeizzazione. La Sicilia con la sua Autonomia pattizia del 15 maggio 1946 ha le carte in regola per farcela.

Il domani dell’Europa è nebuloso, quello dell’Italia è incerto, quello della Sicilia è nelle nostre mani.

Liborio La Vigna – Cittadini Liberi-Euno


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