Alla scoperta di Nicosia di Marzia Marassà

Nell’ultimo articolo abbiamo parlato delle leggende più affascinanti che avvolgono Nicosia, sulla scia dei precedenti articoli che rivelavano curiosità e le radici storico-culturali di questo splendido paese, con uno sguardo antropologico alle controversie che l’hanno caratterizzata nel corso dei secoli. Partendo dal mio componimento poetico dal titolo “Nicosia, nobile dama”, analizziamo ora Nicosia dal punto di vista naturalistico e gastronomico. (Per i non nicosiani è doveroso precisare che il termine “piciòta”, anche detto “picciotta”, non allude ad una ragazza, così come molti siciliani potrebbero pensare, bensì è il nome di un piatto tipico nicosiano). Di seguito la quinta parte della poesia incentrata sulla riserva naturale Campanito-Sambughetti e sulla gastronomia tipica nicosiana:

Nicosia cara e amata,
sei ricolma di tesori,
dei natali ti son grata
poiché provochi stupori.
L’aria è pura e genuina
e far festa è usuale,
andando oltre la collina,
alla riserva naturale.
Campanito e Sambughetti
sono i nomi dei tuoi monti,
hanno anche dei laghetti
in cui bellissimi tramonti
rilassano le membra
di chi li guarda e tace
e all’istante già gli sembra
di poter trovar la pace.
Il tuo profumo silvestre
ed il tuo bellissimo paesaggio,
così bucolico e campestre,
rendon l’uomo saggio.
Il tuo cibo è sano,
gustoso e genuino.
Qui si coltiva il grano,
si produce ottimo vino,
si alleva bestiame
e si preparano salumi.
Per placar la fame,
di cicerchie e altri legumi
le nicosiane in cucina,
seguendo la ricetta,
ne mischian la farina
mescolando senza fretta.
“Piciòta” è qui chiamata,
è un piatto tradizionale,
d’inverno è preparata
e rende assai gioviale.

L’accenno geografico concerne la riserva naturale orientata dei monti Campanito e Sambughetti, la maggiore riserva naturale della provincia di Enna, un paradiso che si estende tra i territori del comune di Nicosia e quello di Cerami. L’altezza di queste maestose cime genera una vista panoramica mozzafiato per i visitatori che fanno escursioni, trekking e passegiate lungo i sentieri. I suddetti monti appartengono al sistema montuoso dei Nebrodi, a cui sono accomunati dalla preseza di “piramidi naturali” (pinnacoli quarzarenitici) che sbucano dal verde dei boschi.

Il paesaggio muta col mutare delle stagioni: d’inverno, con i laghetti ghiacciati, ai visitatori appare un incantevole paesaggio nordico, che nelle stagioni più calde lascia il posto alla fioritura ed agli “specchi d’acqua” in cui si riflettono le cime degli alberi che li circondano.

Foto: www.riservanaturale.it

Ideale per trascorrere una splendida giornata lontano dal traffico e dallo smog di città, qui si può rilassare lasciandosi inebriare dai pofumi silvestri e dalle sfumature di colori dovute alla ricca vegetazione, tra cui si possono ammirare agrifogli, rosa canina, sambuco (da cui deriverebbe il nome del monte Sambughetti) e, ad alta quota, una suggestiva faggeta. Nei punti in cui il sole riesce appena a trapelare, troviamo boschi di fràssino, roverella e cerri. I laghetti sono, invece, circondati da conifere e pioppi ed, al loro interno, possiamo ammirare la flora aquatica.

La fauna rende questa riserva naturale la meta perfetta per una gita fuori porta per ammirare dònnole, volpi ed uccelli rari tra cui il nibbio reale, il barbagianni e la cincia bigia di Sicilia. Sui laghetti, invece, è possibile scorgere uccelli come la gallinella d’acqua ed il raro porciglione e, tra gli anfibi, fanno capolino le tartarughe palustri. Il valore naturalistico di questa riserva naturale è accresciuto, infatti, dalla sua notevole biodiversità e vi è anche la possibilità di visitare il museo multimediale della montagna siciliana. Esso, situato alle pendici del monte Sambughetti, si avvale di ologrammi, pavimenti interattivi, diffusori di profumi silvestri, schermi tattili e sorprese nascoste in ogni stanza per stupire i più piccini. Tale museo funge anche da laboratorio didattico e la sua biblioteca è a disposizione di studiosi e visitatori. Il museo rappresenta un validissimo strumento per apprendere non solo della flora e della fauna locale, ma anche degli antichi mestieri montanari, come la preparazione del carbone nei boschi e la conservazione della neve.

La neve del monte Sambughetti per decenni ha contribuito ad alimentare il commercio del ghiaccio in tutta la Sicilia, e la sua acqua ha dissetato per secoli gli abitanti di Nicosia e Sperlinga. Tra le rocce di contrada San Martino si trova, infatti, un acquedotto medievale, mentre dall’alto della cima del Campanito (raggiungibile mediante una scala probabilmente d’origine bizantina) si possono vedere grandi cerchi di petrame che anticamente servivano per coprire i cumuli di neve che in estate avrebbero garantito ai paesi limitrofi la provvista di ghiaccio. In mezzo agli alberi si intravede la “grotta dei nevaioli”, un enorme blocco di quarzarenite scavato a mano, che fungeva da ambiente per comprimere la neve da commercializzare in estate.

La riserva naturale è anche colma di funghi di varia specie che attirano gli abitanti dei paesi vicini e non. Molta gente giunge anche in occasione della cosiddetta “festa della montagna” che ogni estate (solitamente nel mese di luglio) ha luogo nell’aria attrezzata di San Martino del Campanito con manifestazioni equestri, intrattenimento musicale e vendita dei prodotti tipici e dei dolci tradizionali, tra cui i “nocattoli” (dolce a base di mandorle macinate). Oltre a questi, tra le prelibatezze dolciarie nicosiane, vanno annoverati i “pizziddàti” (dolci natalizi con ripieno di marmellata di fichi) e “tortòe” e “bracialète” (frittelle preparate durante il periodo carnevalesco). Nicosia è ben nota per il gusto e la genuinità dei suoi prodotti gastronomici, data dagli ingredienti a km 0 per la presenza in loco di campi e pascoli, ma non tutti sanno che a Nicosia risiede anche un allevamento di bufali, da cui si ricavano anche ottimi salumi.

Il piatto nicosiano più tipico è, però, la “piciòta” (o “piciotta”), una sorta di polenta di Sicilia con farina di cicerchie, fave e ceci. Nel 2018 la piciota fu protagonista di una puntata del programma televisivo “Ricette all’italiana” condotto da Davide Mengacci e Flora Canto. In quest’occasione furono presentate due versioni della ricetta: una (la tradizionale) in cui la piciota viene servita calda e questo mix di farine viene aggiunto a guanciale e borragine; ed una variante della ricetta in cui il guanciale viene sostituito dalla salsiccia, la borragine dai broccoletti ed infine la piciota, una volta raffreddata, viene fritta (procedimento che si suol fare quando avanza e si addensa). È un piatto prettamente invernale ed è sinonimo di tradizione e condivisione.

Foto: www.fuoriporta.it

Sperando che anche questo articolo vi sia piaciuto, vi rinnoviamo l’appuntamento con il prossimo articolo di Alla scoperta di Nicosia per scoprire altre curiosità interessanti su questo splendido paese situato nel cuore della Sicilia!

Marzia Marassà


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