AIDONE. “Operazione Ottagono”, arrestati tre soggetti accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso e tentata estorsione

COMUNICATO STAMPA

Sin dalle prime luci dell’alba, la Polizia di Stato, a conclusione di articolata e complessa attività investigativa coordinata dalla D.D.A di Caltanissetta e svolta dalla Squadra Mobile di Enna, ha eseguito l’arresto, in esecuzione di Ordinanza Applicativa della Custodia Cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Caltanissetta, giusta richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, a carico di:

DI PINO Isidoro, classe 1952, pregiudicato;

 

SCIVOLI Filippo, detto contrabbuffo” classe 1971, pregiudicato;

 

MICCICHÈ Giuseppe, operaio forestale;

INDAGATI

DI PINO Isidoro, SCIVOLI Filippo, MICCICHÈ Giuseppe:

A) in ordine al delitto di cui all’art. 416 bis c.p. comma I, III, IV e VI perché facevano parte di un’articolazione, costituita e operante ad Aidone, della famiglia Cosa Nostra di Enna –
Con l’aggravante per tutti, dell’aver fatto parte di una associazione armata avente disponibilità di armi per il conseguimento delle finalità associative.
Con l’aggravante per DI PINO Isidoro di cui al comma II dellart. 416 bis di avere assunto il ruolo di responsabile per il territorio di Aidone, con l’aggravante della recidiva aggravata specifica, reiterata, infraquinquennale ed, infine, con quella di cui allart.71 D.L.vo nr.159/2011 per avere commesso il delitto nel periodo in cui era sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.
In Aidone da epoca successiva al giugno del 2009 e fino alla data dell8 maggio 2017 per DI PINO Isidoro.
In Aidone da epoca anteriore e prossima al mese di settembre del 2015 e fino alla data dell8 maggio 2017 per SCIVOLI Filippo.
In Aidone da epoca imprecisata e fino alla data del 6 settembre 2016 per MICCICHÈ Giuseppe.

SCIVOLI Filippo:

B) in ordine al delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 56, 629 co. I e II, in relazione allart. 628 co. III nr.1 c.p. e art. 7 legge 203/91, perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e facendo parte dell’associazione mafiosa denominata Cosa Nostra, tentava di costringere un imprenditore a versargli un contributo per i detenuti, consistente in una somma di denaro, richiesta alla quale l’imprenditore non aveva aderito – con la minaccia derivante dall’appartenenza alla predetta organizzazione mafiosa – imprenditore che successivamente subiva un grave danneggiamento.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui allart. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso Cosa Nostra di cui al capo A).
In Aidone in data antecedente e prossima alla fine dell’anno 2014 e nel mese di novembre dell’anno 2015.

Premessa: la presenza mafiosa ad Aidone dagli anni 90.

A seguito delle dichiarazioni dei collaboratori MESSINA Leonardo e SEVERINO Paolo, nell’ambito delloperazione Leopardo dei primi anni ‘90, venne individuato quale referente per il territorio di Aidone DI PINO Isidoro che venne arrestato e successivamente condannato per associazione mafiosa in primo e secondo grado; dopo l’annullamento con rinvio della Cassazione, venne assolto con sentenza del 22 novembre 2003. Nel luglio del 2009 il SEMINARA e i tre aidonesi, tra cui DI PINO Isidoro, vennero arrestati nell’operazione Old One e successivamente condannati con sentenza definitiva per l’appartenenza a Cosa Nostra ed in particolare il SEMINARA per avere riorganizzato l’attività di Cosa Nostra in ampie aree della provincia ennese.

Nel 2014, DI PINO Isidoro tornava in libertà e cercava di riprendere la sua posizione mafiosa avvicinandosi ad un incensurato, SCIVOLI Filippo di Aidone, imprenditore, coinvolto comunque in alcune vicende in Nord Italia che lo avevano portato a essere vittima di un tentato omicidio.

I personaggi di Aidone traevano però la loro linfa mafiosa dalla stretta vicinanza al boss della Sicilia orientale SEMINARA Salvatore che, temporaneamente scarcerato nel 2013 per scadenza dei termini di custodia, si poneva al vertice della famiglia di Cosa Nostra di Caltagirone, ed iniziava a esercitare una pesante influenza anche sulla citta di Catania. Inoltre, gli aidonesi si legavano strettamente anche alla famiglia di Raddusa – della quale facevano parte i fratelli SIMONTE Rino e Giuseppe, controllata comunque dallo stesso SEMINARA, sino a quando quest’ultimi venivano tratti in arresto .

Dal complesso delle attività investigative, svolte dalla Sezione Criminalità Organizzata e Straniera della Squadra Mobile di Enna, emergeva come il prevalente interesse di Cosa Nostra ennese fosse tuttora rivolto alle attività estorsive ai danni di imprenditori: la c.d. messa a posto perpetrata ai danni di imprenditori tramite la corresponsione di ingenti somme di denaro; come nel caso della tentata estorsione ai danni di un imprenditore aidonese, titolare di una ditta edile, messa in atto dall’odierno arrestato SCIVOLI Filippo.

Le posizioni individuali: DI PINO Isidoro

Nel 2014, quando il DI PINO Isidoro era libero, così come il SEMINARA, lo stesso veniva intercettato e si dimostrava come mantenesse costanti contatti con gli associati liberi, assumendo un ruolo attivo all’interno dellorganizzazione per ciò che concerneva, tra laltro il controllo mafioso sul territorio di Aidone. In particolare il DI PINO aveva regolari incontri con il gestore del bar l”Ottagono SCIVOLI Filippo.

SCIVOLI Filippo, alias Contrabbuffo

SCIVOLI Filippo è il soggetto mafioso emergente che si affianca allo storico esponente di Cosa Nostra DI PINO Isodoro per il controllo del territorio. Lo stesso, in tale contesto, si rendeva responsabile di una tentata estorsione ai danni di un imprenditore edile, che successivamente subiva anche un grave danneggiamento ai mezzi della azienda. Si accertava, altresì, come lo SCIVOLI Filippo fosse in grado di esercitare significative influenze sul Comune di Aidone, in particolare, nella gestione della raccolta dei rifiuti e del taglio degli alberi correlati al decoro urbano, nonché nell’organizzazione di intrattenimenti a vantaggio dell’attività commerciale chiosco/bar di fatto da lui gestito – denominata Ottagono.

MICCICHÈ Giuseppe

L’appartenenza a Cosa Nostra di MICCICHÈ Giuseppe emergeva da una serie di vere e proprie confessioni captate dall’attività di intercettazione, nel corso della quali lo stesso rivelava il suo ruolo nell’organizzazione ed esponeva dinamiche interne alla stessa, che avevano riscontro nelle sue attuali frequentazioni, nella sua partecipazione fisica ad incontri tra appartenenti mafiosi e nella sua partecipazione emotiva alle vicende giudiziarie dei suoi consociati.

Le indagini svolte da questa Squadra Mobile attraverso le attività tecniche di intercettazione, telefoniche ed ambientale tra presenti, compendiate da numerose e puntuali attività di riscontro, quali i servizi di osservazione sul territorio e l’acquisizione documentale – in particolare venivano effettuati anche degli accessi presso il Comune di Aidone per acquisire della documentazione – permettevano all’A.G. competente, la Procura Distrettuale della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta che ha brillantemente coordinato le indagini – di avanzare richiesta di misura cautelare anche a carico degli indagati, positivamente accolta dal G.I.P. presso il Tribunale nisseno, che emetteva ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Stamane, pertanto, gli uomini della Squadra Mobile di Enna attraverso un’articolata Operazione di Polizia, hanno arrestato i tre indagati, e dopo gli adempimenti di rito, i medesimi venivano associati in varie Case Circondariali dell’Isola.


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