Agnello pasquale

La tradizione dell’agnello come cibo per il giorno di  Pasqua deriva dall’usanza ebraica, non certamente pasquale, di mangiare l’agnello durante la festa dell’Haggadah di Pesach, dove si celebra l’uscita del popolo ebraico dall’Egitto. Quindi la tradizione cristiana mantenne l’usanza dell’agnello e, in parte, il nome, per celebrare la resurrezione di Cristo.
Nonostante le proteste di gruppi di animalisti e vegetariani, questa tradizione permane anche ai giorni nostri.
In effetti l’agnello, simbolo della purezza e di mitezza, mette effettivamente un po’ di tenerezza e il pensiero di consumarlo può essere per alcuni un po’ cruento.
Comunque, effettivamente e cinicamente, è anche un ottimo alimento, che ha dato origine a numerose ricette tradizionali nelle varie località italiane e del mondo.
Classico dei classici e’ l’agnello al forno con patate.

Per 4 persone si utilizza: 1 kg di agnello porzionato, che potrebbe essere anche un ottimo cosciotto.

Dopo averlo lavato e asciugato, s’insaporisce l’agnello con fettine di aglio (ricavate da un paio di spicchi) e 4-5 rametti di rosmarino, inserendo gli ingredienti in tagli praticati nella carne che successivamente si sala sfregandola con del sale.
In una teglia da forno si adagiano i pezzi di agnello e 500-800 grammi di patate (a seconda della fame che ci si aspetta) tagliate a tocchetti o intere se si tratta di piccole patate novelle.
Oliare uniformemente mescolando patate e agnello e infornare a 180 gradi per circa un’ora e mezza. Se dovesse asciugare troppo, aggiungere man mano poca acqua o brodo caldo.

Variante n.1: prima della preparazione e della cottura, si può far marinare agnello, aglio e rosmarino, con 1 bicchiere di vino (bianco o rosso, a scelta, questa potrebbe essere un’ulteriore variante) per una notte.

Variante n.2: anziché al forno l’agnello lo si può cuocere in un tegame antiaderente direttamente sul fornello, avendo la cura di rigirare carne e patate per rosolarle e cuocerle uniformemente senza farle bruciare. All’inizio della cottura, dopo rosolatura in un po’ d’olio, si può aggiungere un po’ di vino, magari quello della marinata.

Variante n.3: al posto o assieme alle patate si possono utilizzare dei quarti di cipolla bionda o cipolline novelle pelate.

Variante n.4: al posto delle patate, dopo aver rosolato l’agnello in padella con un po’ di olio e aglio a fettine, si sfuma con un bicchiere di vino bianco e si lascia evaporare. Sale, pepe e quindi si aggiungono 300-400 grammi di pelati tagliuzzati e una foglia di alloro. Si prosegue poi la cottura per un’ora e 15 minuti circa, aggiungendo un po’ di brodo caldo se la preparazione dovesse asciugarsi troppo. Il sugo prodotto può essere utilizzato per condire la pasta.


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