Il 2022 in Sicilia, ma non solo, visto che sono quasi mille i comuni in cui si voterà in tutta Italia, sarà un anno denso di elezioni amministrative. Proprio nella nostra regione, i cittadini aventi diritto al voto, saranno chiamati nella primavera a votare per eleggere molti sindaci e consigli comunali, tra cui Palermo che da sola fa quasi un terzo degli elettori dell’intera regione, per poi arrivare in autunno a votare per le regionali con la conseguente elezione del Presidente della Regione e del Parlamento Regionale.
Abbiamo voluto chiedere al giornalista Ugo Piazza, analista e sondaggista politico, e come si legge nel suo ultimo saggio “esperto nell’interpretazione socio politica del linguaggio”, ma soprattutto colui che in passate tornate elettorale balzò agli onori delle cronache nazionali per avere previsto con estrema precisione alcuni risultati allora affatto dati per scontati, quali potrebbero essere alcuni scenari per questo elettoralmente denso 2022.
Dott. Piazza intanto ci può svelare qualcosa sul vostro innovativo metodo di rilevazione che di fatto riesce a esprimere percentuali molto vicini ai risultati delle urne?
Il nostro metodo, come lei può immaginare, ovviamente e gelosamente custodito, ma le posso certamente dire che si basa sulla formulazione di un algoritmo di nostra invenzione che tiene conto sia di rilevazioni dirette con i cittadini sia di un’analisi molto precisa di ciò che accade sui social media, oggi luogo sempre meno virtuale e sempre più reale per la determinazione di quello che noi definiamo indice di gradimento calmierato e focalizzato sulla propensione reale degli utenti a dire la verità, eliminando qualsiasi induzione alla risposta nelle domande che poniamo.
Quale sarà secondo lei il baricentro di questanno denso di elezioni?
Certamente le comunali della prossima primavera in cui si voterà in molti comuni strategici, tra cui Palermo. L’individuazione dei candidati sindaci nel capoluogo siciliano di fatto dipingerà scenari di coalizioni importanti che verranno sicuramente poi replicati in autunno per le regionali.
Volendo iniziare proprio dal comune più importante, Palermo, rispetto alle varie indiscrezioni che vanno via via emergendo in cui sembra che ogni partito voglia un proprio candidato, di fatto secondo lei cosa accadrà?
È chiaro che Palermo sarò un banco di prova fondamentale, soprattutto perché si chiuderà, visto che non potrà più candidarsi, quella che possiamo definire l’era Orlandiana. Credo che i partiti nel loro complesso in questo momento siano un po in ritardo fermi alla classica operazione di pesatura. Tutti si lanciano dichiarando un proprio candidato per poi sedersi attorno a un tavolo e trovare una sintesi nella spartizione di governo e sottogoveno. Personalmente ritengo che quasi tutti i nomi che si fanno in questo momento sbandierando indici di gradimento di cui di fatto si sconoscono i parametri di rilevazione, non saranno poi i reali candidati.
Volendo entrare più nello specifico cosa prevede?
Guardi per quanto riguarda il centro destra su cui alla fine convergerà anche una buona parte della crescente area moderata, sono certo che i nomi fatti fino ad oggi non li troveremo nelle schede elettorali, dalla Vancheri di Fratelli d’Italia, a Cascio di Forza Italia, ad Alessandro Aricò, passando dalla Lega ecc. ritengo che gli equilibri alla fine convergeranno su un nome di aria moderata che possa raccogliere consenso anche in maniera trasversale. Per essere molto diretto, come è mio costume, a mio avviso il candidato a sindaco di area centro destra sarà Roberto La Galla, già Rettore dell’Università e oggi Assessore Regionale. Un nome che potrebbe fare da collo di imbuto e mettere d’accordo tutti.
Guardando a Sinistra?
Li la situazione potrebbe riservare qualche sorpresa l’alleanza PD 5 Stelle, pur sapendo che proprio i 5 stelle alle amministrative non hanno mai brillato, se reggerà dovrà necessariamente tenere conto di più variabili. Finita l’egemonia elettorale di Leoluca Orlando, al secondo mandato e perciò non più ricandidabile, i nomi che si fanno in questo momento sono quelli di Giampiero Trizzino 5 stelle e Davide Faraone di Italia Viva. Ma ritengo che di fatto chi sarà chiamato a quadrare il cerchio non potrà non tenere conto di nomi che oggi si sono tenuti in disparte ma di comprovato e strutturato consenso. Tra questi il già candidato Fabbrizio Ferrandelli con oltre 90 mila preferenze alle scorse elezioni con circa 10 mila in più della coalizione mista che lo appoggiava. Se poi il Pd si impuntasse su un nome di partito, non escludo che potrebbe uscire anche quello dell’attuale deputato nazionale Carmelo Miceli. Nonché raccogliendo l’eredità di Orlando Fabio Giambrone che ha già manifestato la propria disponibilità a patto che si facciano le primarie. Credo che alla fine il centro sinistra, comunque, ripiegherà su un nome della cosi detta società civile fuori dai partiti.
Volendo fare un balzo in avanti di qualche mese cosa prevede per le elezioni autunnali regionali?
Volendo essere molto assiomico, per gli elementi che in questo momento il panorama politico ci fornisce, le do una previsione secca. Musumeci sarà ricandidato e rieletto a larga maggioranza, Gianfranco Miccichè se Forza Italia mollerà la presa su Palermo non avrà difficoltà ad essere rieletto e andare a ricoprire nuovamente la poltrona di Presidente dell’Assemblea regionale, in giunta ci saranno notevoli rimpasti e nuovi ingressi do per certo quello di Alessandro Aricò attuale deputato Regionale proprio del movimento di Nello Musumeci, Diventerà Bellissima. Per quanto riguarda il centro sinistra è in dubbio che oggi un nome non ce l’hanno e sono in difficoltà nel trovarlo, non credo che sarà un nome palermitano.
Di fatto volendo anticipare una sua prossima domanda io credo che nei grossi centri e per le regionali oggi lago della bilancia penda tutto verso la coalizione di centrodestra che non farà l’errore già commesso di disgregarsi ma anzi troverà una sintesi unificatrice coinvolgendo aree moderate come quella di Saverio romano e Totò Cuffaro, personaggi oggi molto più potenti elettoralmente di quello che si crede.
Per concludere, volendo essere un po provocatori, si sente di dare delle percentuali?
Guardi le analisi che hanno elaborato i miei analisti si basano su fondamenti di rilevazione scientifica no su azzardi, però le posso dire che l’unica campionatura che ad oggi abbiamo condotto, visto che li i candidati sono ormai quasi tutti ufficiali, è quella sul comune di Cefalù. Un comune strategico sia perché tra le prime località turistiche della Sicilia sia perché di fatto capitale del comprensorio madonita dove vi è sempre stato uno scontro molto aperto tra le forze politiche spesso andato ad appannaggio del centro sinistra o di liste civiche di quell’area. Oltre a ciò essendo li la battaglia già aperta, prima di altre piazze, sarò un banco di prova importante per alleanze e coalizioni che poi potrebbero essere esportate in altri comuni. In questo contesto avendo compiuto una rilevazione specifica e precisa le posso dire che Simona Vicari candidata a sindaco di Cefalù è già al 44% con un lift del 2% sia a rialzo che a ribasso. Pertanto credo che li i giochi siano praticamente fatti e vincerà la Vicari che continua ad essere in crescita negli indici di gradimento, perciò il centrodestra, dopo dieci anni di amministrazione PD.
'2022 per la Sicilia tra comunali e regionali un anno di campagne elettorali. Il fermento dei partiti. Simona Vicari sembrerebbe già avere chiuso la partita a Cefalù con un indice di gradimento al 44%'
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